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Sisma, ordinanza speciale
per il centro storico
di Arquata del Tronto

IL SOPRALLUOGO dell'Ufficio Sisma e del Comune. L'assessore regionale Guido Castelli: «Via alla fase operativa». Il direttore dell'Ufficio speciale per la Ricostruzione Stefano Babini: «Occorre stringere i tempi, solo la ripartenza dei borghi darà senso alla ricostruzione». Intanto la Regione nomina un nuovo dirigente per i piani attuativi
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La ripartenza del borgo di Arquata distrutto dal sisma inizia con una ordinanza speciale della Regione Marche – la numero 19 del 15 luglio 2021 – che inquadra gli interventi di ricostruzione del centro storico. Si passa dunque alla fase operativa.

In tal senso va inquadrato il sopralluogo che l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione delle Marche, designato come soggetto attuatore di questo decisivo passaggio, ha effettuato nel centro storico di Arquata del Tronto insieme ai tecnici del Comune. Un momento di fondamentale importanza per rendersi conto e studiare al meglio le tante problematiche che riguardano il cuore del capoluogo, quasi del tutto raso al suolo dopo le due scosse del 24 agosto e del 31 ottobre 2016.

«Ci concentriamo come doveroso sui luoghi maggiormente devastati, e purtroppo in tal senso Arquata è un simbolo spiega l’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli – dopo l’approvazione dell’ordinanza speciale, frutto anche del grande lavoro di intesa tra struttura commissariale, Regione e Usr, adesso arriva una fase ancor più delicata che riguarda la parte attuativa della stessa. Ecco perché abbiamo deciso di dotarci anche di una nuova figura dirigenziale, l’ingegner Marco Trovarelli, che si occuperà appunto dell’attuazione delle ordinanze speciali e quindi pure di quella relativa al centro storico di Arquata».

«L’obiettivo è quello di toccare con mano le criticità del centro storico, dove ci sono problemi di demolizione molto complessi, e di valutare il recupero di alcuni fabbricati e dei principali elementi di pregio architettonico, che si cercherà di salvaguardare a tutti i costi spiega Stefano Babini, direttore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzionequello fissato dall’ordinanza speciale per Arquata è un intervento simbolo per l’intero territorio del cratere sismico, in cui risulterà indispensabile la collaborazione di tutti».

Non a caso le parole d’ordine scelte da Babini per inquadrare questo delicato processo sono «stringere i tempi, fare in fretta, cercare di superare tutti quanti gli ostacoli burocratici e amministrativi, fare squadra e andare avanti senza fermarsi di fronte a nulla perché non c’è assolutamente più tempo da perdere».

Dunque, ruolo nodale e obiettivi importanti. Si va dal ripristino della viabilità a edifici simbolo come il Municipio, la Torre Civica o la chiesa di San Salvatore, passando per opere basilari come terrazzamenti e sottoservizi fino alla riattivazione dell’edificato “superstite”, condizione imprescindibile affinché tutto possa prendere avvio.

«Solo dalla ripartenza di questi luoghi si potrà dare un senso alla ricostruzione e restituire l’identità ai nostri antichi borghi conclude Babiniper questo a breve andremo anche a Visso, un altro dei comuni marchigiani più danneggiati dal terremoto».

Il sopralluogo ad Arquata è stato propedeutico all’incontro che si tiene oggi, giovedì 16 settembre, con lo scopo di dare avvio all’ordinanza speciale. Una riunione voluta dal sub-commissario Fulvio Soccodato e a cui parteciperanno, oltre all’Usr, anche i rappresentanti di Soprintendenza e Comune. Tra le finalità, quelle di definire ruoli, competenze ed individuare il gruppo di lavoro che interverrà fattivamente.

 

Le casette Sae

 



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