di Maria Nerina Galiè
E’ stato approvato il ritocco delle tariffe dell’acqua nel Piceno e nel Fermano.
Una scelta non facile da parte dei sindaci dell’Ato, molti dei quali contrari al punto di non prendere parte alla riunione di oggi, 17 novembre, ma imprescindibile alla luce dell’aumento dei costi di materie prime ed energia e di investimenti urgenti da fare, ma anche della diffida dell’Arera (leggi qui).
La decisione è stata infatti affiancata da un emendamento per aiutare il più possibile le famiglie, prendendo tempo: il rincaro del 2022, pari a 8,45%, il più alto nel triennio, sarà recuperato soltanto a giugno 2023.
La mossa, nell’auspicio che la situazione economica migliori o che si possano intercettare fondi pubblici, in maniera tale da poter ribassare gli aumenti che partiranno, dunque, dal primo gennaio 2023 e saranno pari al 7,5% (la delibera prevede il 7,3% nel 2024).
La delibera è stata approvata: favorevoli il 53% delle quote sul 55% di quelle dei partecipanti (hanno votato contro i sindaci di Castel di Lama e Comunanza). Oltre quindi il 50,1% degli aventi diritto di voto, cioè i rappresentanti di tutti i Comuni del Piceno e del Fermano serviti dalla Ciip spa.
La discussione, alla quale hanno preso parte anche i vertici della Ciip, e l’esito del voto sono stati coordinati dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, presidente dell’Ato. Le sue motivazioni sono state condivise, non solo dai colleghi dei Comuni più rappresentativi (San Benedetto e Fermo), ma anche dai più piccoli.
Aumento delle tariffe dell’acqua, «una scelta di responsabilità: ritocco minimo e condizionato»
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