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Primo Maggio: «Nel Piceno poco da festeggiare e grande preoccupazione»

ASCOLI - Così Barbara Nicolai, segretaria provinciale della Cgil, alla vigilia della Festa dei lavoratori: «Le istituzioni aprano un tavolo su sviluppo e lavoro di qualità. Un augurio a tutte le lavoratrici e lavoratori, che da anni, nonostante i salari troppo bassi e la precarietà, portano avanti il nostro territorio»
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Barbara Nicolai (Cgil)

 

«Il Primo Maggio è sempre anche l’occasione per fare i conti con la situazione del mondo del Lavoro che viviamo nel territorio.

Un territorio  che vive difficoltà enormi, che non è mai uscito dalla crisi, e in cui la produzione industriale affronta difficoltà enormi»: così si legge nella nota della Cgil di Ascoli, alla vigilia della Festa dei lavoratori.

 

«Affrontiamo un problema salariale importante – continua il sindacato, attraverso le parole della segretaria provinciale Barbara Nicolai – con le retribuzioni tra le più basse d’Italia, e una inflazione che colpisce duramente le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare, con una situazione di grande difficoltà che colpisce donne e giovani in particolare.

Se ciò non bastasse la nostra provincia sta vivendo una situazione drammatica dal punto di vista della precarietà».

 

I DATI – A fronte di 34.519 nuove assunzioni nel 2022, solo 3.385 sono state a tempo indeterminato (il 9,8% del totale), con un decremento del 5,7% rispetto allo stesso dato dell’anno precedente. Mentre le assunzioni a termine sono state 12.828 (37,2% del totale), in crescita del 8,4% rispetto all’anno precedente; 4.854 le assunzioni in somministrazione (14,1%), in crescita del 13,4% rispetto al 2021; 6633 le assunzioni intermittenti del 2022 (19,2% del totale), in crescita addirittura del 25,7% rispetto al 2021. Una marea di precari insomma, che ogni anno vengono catapultati da una azienda all’altra, da una situazione lavorativa all’altra, in continuazione.

 

«Dati che ci fanno vivere questo Primo Maggio con grandissima preoccupazione per il nostro territoriosono ancora le parole della segretaria generale Cgil di Ascoliuna provincia nella quale è difficilissimo trovare un lavoro stabile è una provincia che verrà sempre di più abbandonata dalle giovani generazioni, e questo non possiamo permetterlo.

Un mondo del lavoro che si precarizza sempre di più non solo nel mondo del lavoro privato, ma anche, purtroppo, nel mondo del lavoro pubblico.

Creare lavoro stabile anche attraverso percorsi di formazione continua e politiche attive inclusive e lavoro di qualità con un’attenzione particolare alla prevenzione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentano la base di uno sviluppo sostenibile ed inclusivo dal punto di vista economico e sociale». 

 

Ed ancora la Nicolai: «Sviluppo, lavoro, infrastrutture, servizi pubblici locali, sanità e welfare sono i punti su cui la Cgil sta promuovendo, insieme anche a Cisl e Uil, un percorso di assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro e incontri pubblici in tutta la Provincia, informando i lavoratori sulla Piattaforma Regionale “verso Marche 2025”, una serie di proposte verso la Regione Marche che risponda alle esigenze del mondo del lavoro.

Saremo anche in piazza, unitariamente, il 6 maggio a Bologna per una manifestazione contro una manovra finanziaria del Governo che guarda ai ceti più ricchi e non certo a lavoratrici e lavoratori, pensionati e pensionate».

 

«I dati – conclude Barbara Nicolai –  in continuo peggioramento, ci spingono a chiedere alle Istituzioni locali, da subito, l’apertura di un tavolo su sviluppo, lavoro di qualità e contro la precarietà, con le associazioni datoriali.

In particolare il fenomeno della precarietà è un danno enorme per tutto il territorio e ne compromette il futuro.

Un lavoro precario compromette gli investimenti nel futuro, la permanenza nel territorio, la possibilità di costruire la propria indipendenza.

Il nostro territorio ha tutte le potenzialità di uscire dalla crisi, anche alla luce delle ingenti risorse disponibili che necessitano però di una programmazione condivisa.

Per queste ragioni chiediamo alle Istituzioni locali e alla politica di intervenire da subito, promuovendo un confronto tra organizzazioni sindacali e associazioni datoriali per costruire, insieme, una nuova progettualità per il territorio dando risposte a decine di migliaia di lavoratori, anche precari, della nostra provincia. Superiamo la precarietà e alziamo i salari, è ora di farlo, in quel caso sì, sarà davvero un buon Primo Maggio».

 


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