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Banca del Piceno, Alfio Bagalini: «Sarò il presidente di tutti, credo al territorio e metterò al centro l’interesse dei soci»

IL 58ENNE agronomo fermano dopo l'elezione del 3 agosto da parte del Consiglio d'Amministrazione: «Affronterò i problemi di persona dialogando con tutti. Sarà fondamentale intensificare le relazioni con dipendenti, soci e clienti. Valorizzeremo le capacità di ognuno. Visiterò le 28 filiali e incontrerò di persona tutti i dipendenti». Il vice presidente vicario Claudio Censori: «Abbiamo una missione precisa verso i soci e il territorio, e la solidità della banca ci aiuta ad essere ottimisti»
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Il presidente Alfio Bagalini

 

Da due settimane Alfio Bagalini, agronomo, è presidente della Banca del Piceno, la più grande banca di credito cooperativo di Marche e Abruzzo, forte di oltre seimila soci (6.017 per la precisione, dato aggiornato al 30 luglio). Resterà in carica fino alla prossima primavera, quando sarà rinnovato l’intero Consiglio di Amministrazione.

 

Bagalini, un lungo percorso il suo nelle banche di credito cooperativo. Ci ha sempre creduto…

 

«Credo soprattutto al territorio, mettendo al centro l’interesse dei soci nel vero rispetto della mutualità. Sono trascorsi vent’anni da quando divenni socio della Banca Picena di Castignano. Fui coinvolto da alcuni amici, anche loro soci. Me ne parlarono molto bene come di un’esperienza da fare finalizzata al benessere inteso come crescita economica del tessuto sociale e civile, un faro a beneficio della nostra comunità. Mi interessai da subito a questo mondo, garantendo impegno e partecipazione. Così nel 2013 sono stato eletto per la prima volta nel Consiglio di Amministrazione. Poi c’è stata la fusione tra la Banca Picena e la Banca Piceno Truentina dalla quale, nel 2018, è nata la BCC Banca del Piceno. Dopo anni da consigliere, il 3 agosto scorso il Cda ha indicato il sottoscritto nel ruolo di presidente in sostituzione del dimissionario Mariano Cesari».

 

Se l’aspettava di essere eletto presidente?

 

«In base ai patti parasociali relativi al progetto di fusione, nel mandato 2021-2024 il presidente è espressione della compagine ex Picena e ovviamente ero tra i papabili. Ringrazio il Cda per la fiducia. La mia storia nella BCC nasce vent’anni fa e dunque parte da lontano. Sono di Fermo, ma non ho mai considerato solo il Fermano come area di riferimento. Ho sempre considerato la mia area di riferimento coincidente con l’area di competenza della Banca Picena prima e della Banca del Piceno oggi. E’ sempre stato così e così continuerà ad essere. Dico questo perché qualcuno, pochi per la verità, ha messo in discussione la mia appartenenza al territorio della Banca. Non ho specifiche rivendicazioni da fare per il territorio del Fermano e non ne ho mai fatte, come i numeri e la mia storia dimostrano».

 

Sente il peso della responsabilità?

 

«Lo sento eccome, lo vivo con serenità che è data dal forte impegno di tutti, dalla solidità della governace e della macchina operativa composta da 202 dipendenti che ringrazio fin d’ora per la collaborazione. I numeri non si discutono: oltre 6.000 soci e 47.000 clienti rappresentano una fetta importante dell’economia di un territorio, a cavallo tra Marche e Abruzzo, che non può essere considerata piccola. Ecco perché sento la responsabilità. Siamo una vera banca di comunità con 28 filiali che abbracciano un’area da Civitanova Marche a Giulianova e coprono un territorio composto da 78 Comuni».

 

Banca del Piceno sempre più al servizio del territorio…

 

«Quando nel 2017 stavamo ragionando sulla fusione tra due banche che avevano oltre un secolo di storia, si discuteva anche sul nome. Banca del Piceno ha messo tutti d’accordo, a molti piaceva anche Banca dei Piceni. Piceno e i Piceni: il territorio e la gente che lo vive. Significa che al centro non c’è soltanto un’area geografica, ma le persone, che vivono il territorio. Se fossi presidente di una banca nazionale, quanti dipendenti potrei conoscere o incontrare? Invece vivendo una banca locale, la responsabilità è maggiore in quanto c’è un continuo scambio di rapporti. Oltretutto siamo un istituto di credito cooperativo, quindi la consapevolezza di essere mutualistici, nel senso di dare nel rispetto di tutti, è basilare. Essere vicini alla gente significa anche salvaguardare non solo il territorio, ma anche un patrimonio fatto di storia, tradizione, valori. Sono le persone che plasmano il territorio».

 

Perché scegliere la Banca del Piceno, oggi?

 

«Perché la Banca del Piceno guarda avanti, avendo la piena consapevolezza della propria natura che viene dalla sua storia. Massima attenzione alla piccola impresa, all’artigianato, alle professioni, all’agricoltura, alle famiglie. Lavoriamo tutti insieme, governance e dipendenti, per aiutare i clienti e i soci a trasformare i sogni in progetti per poi realizzarli. Mi riferisco a progetti di vita, progetti di lavoro. Il nostro ruolo è questo. Sappiamo, però, che non sempre i sogni possono essere toccati con mano. La realtà va affrontata. In questo contesto, diventa centrale essere accanto a chi è in difficoltà. In questa ottica la Banca del Piceno avrà sempre di più un ruolo maggiore: soci, clienti, dipendenti sono innanzitutto persone con una propria storia e una propria sensibilità».

 

Cosa farà Alfio Bagalini nei primi cento giorni da presidente?

 

«Affronterò i problemi di persona, dialogando con tutti. Sarà continuo il confronto con il Cda e la struttura. Avendo maturato una lunga esperienza nel Consiglio d’amministrazione ho un preciso e puntuale quadro della situazione. Sarà fondamentale intensificare le relazioni con i dipendenti, i soci e i clienti. Sono per il dialogo, sempre. Valorizzare le competenze dei dipendenti, le risorse interne, è un punto che mi vedrà impegnato da subito. Per farlo bisogna fare tanta formazione. Valorizzeremo le capacità di ognuno. Sicuramente vedrò di persona i dipendenti, visiterò personalmente tutte e 28 le filiali. Lavorerò anche per recuperare uno spirito di collaborazione con le consorelle. Mi riferisco alle altre BCC che operano sul territorio, con le quali occorrerà ragionare insieme con lo spirito paritario e collaborativo. Il dialogare tra banche di credito cooperativo permetterà di aggredire anche i segmenti più grandi, con la capogruppo Iccrea come supporto. Operando in loco, abbiamo il valore aggiunto di comprendere tutte le esigenze e le richieste del territorio. Oltre a questo di sicuro organizzeremo incontri e approfondimenti con le associazioni di categoria».

 

I grandi gruppi bancari arretrano, chiudendo sportelli soprattutto nei piccoli paesi. Come risponde la Banca del Piceno?

 

«Aggiungeremo nuovi servizi sul territorio. Innanzitutto non lasceremo i piccoli Comuni sguarniti e laddove si presentano opportunità di mercato dovute al fatto che altri lasciano, la Banca del Piceno sarà pronta a subentrare con nuovi servizi, compreso il potenziamento del personale in alcune filiali chiave».

 

Il presidente Alfio Bagalini e il vice presidente vicario Claudio Censori

ALFIO BAGALINI, CHI É

 

Alfio Bagalini, 58 anni, coniugato con la signora Giovanna, risiede a Fermo. Laureato in Agraria (indirizzo economico), con un Master in management e tecnologia conseguito ad Ascoli, è socio fondatore dello studio agronomico associato BCI che da oltre vent’anni è un punto di riferimento per le aziende agricole e agroalimentari marchigiane.

Dal 2015 è componente del Consiglio di indirizzo generale dell’Epap (Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale) con sede a Roma, attualmente è al secondo mandato.

Dal 2022 è presidente della cooperativa agricola San Pietro che gestisce una centrale a biogas. Collabora con l’Università Politecnica delle Marche al corso di Applicazioni di estimo (Dipartimento di agraria). Diversi i ruoli ricoperti da Alfio Bagalini negli Istituti di credito cooperativo.

Nel 2004 é socio della BCC Banca Picena di Castignano e qui, nel 2013, viene eletto per la prima volta nel Consiglio di amministrazione. A seguito della fusione tra la Banca Picena e la Banca Piceno Truentina, dal 2018 è nel Consiglio d’Amministrazione della Banca del Piceno. Il 3 agosto 2023, com’è noto, il Cda elegge Alfio Bagalini presidente della stessa Banca del Piceno.

 

Il vice presidente vicario Claudio Censori

AL SUO FIANCO IL VICE PRESIDENTE VICARIO CLAUDIO CENSORI

 

«Avere una banca solida e che produce reddito ci permette di essere al servizio del territorio per supportare lo sviluppo economico e sociale di imprese e famiglie».

 

Claudio Censori, commercialista con studio professionale a Centobuchi, vice presidente vicario della BCC Banca del Piceno e presidente del Comitato esecutivo della stessa, commenta così il risultato della semestrale chiusa con un utile netto di 4 milioni di euro.

 

«Impegno e lungimiranza, dialogo con soci e dipendenti, ci permettono di dare sempre maggiore solidità alla Banca del Piceno – aggiunge Censori – tutto ciò è fondamentale per affrontare anche le fasi più dure dovute alla crisi economica e alle difficoltà di varia natura che si possono presentare. Abbiamo una missione precisa verso i soci e il territorio e la solidità della banca ci aiuta ad essere ottimisti. Solidità che si misura anche attraverso la redditività e il patrimonio, che ha raggiunto gli 85,6 milioni di euro. Il merito di questi risultati è di tutti i nostri dipendenti e dei soci, che hanno mantenuto un legame solido con la banca».

 

I numeri del bilancio chiuso al 30 giugno, ratificato dagli organi competenti, sono eloquenti: 52 milioni è l’ammontare  delle nuove erogazioni di prestiti a beneficio dei clienti. Da sottolineare che la Banca del Piceno ha sostenuto la fase di ricostruzione post sisma erogando 12 milioni di euro. Alla fine del primo semestre 2023 i crediti lordi (totale degli impieghi) ammonta a 685 milioni di euro.

 

«Siamo da sempre punto di riferimento delle imprese e delle famiglie – sottolinea con decisione Claudio Censori – la raccolta complessiva ha varcato la soglia di 1,309 miliardi di euro. Senza dimenticare che per la prima volta la Banca del Piceno ha superato la soglia dei seimila soci: attualmente i soci sono 6.017, residenti in un territorio che va da Giulianova a Potenza Picena, passando per le aree di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Fermo».

 

Censori da sempre è impegnato in prima linea per valorizzare al meglio la Banca del Piceno. «Il legame con il territorio – conclude il vice presidente – si estrinseca anche attraverso i propri rappresentanti eletti nella governance, è ciò che caratterizza in modo specifico le Banche di credito cooperativo e non potrà essere disatteso per il futuro».


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