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Depuratori della Ciip: «Non più ferita del territorio, ma volano per progetti di economia circolare» (Video)

ASCOLI -Il tema è particolarmente delicato, soprattutto per Santa Maria Goretti di Offida e Campolungo di Ascoli. Il punto con l'ingegner Carini sugli imponenti investimenti e sulle novità legate alla rifunzionalizzazione ed al riuso delle acque reflue. Il progetto pilota dell'impianto di Brodolini
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di Maria Nerina Galiè

 

«I depuratori non saranno più una ferita del territorio, ma volano per progetti di economia circolare» ha detto l’ingegnere della Ciip Claudio Carini, nel fare il punto sugli imponenti investimenti che l’azienda sta portando avanti  e che prevedono l’utilizzo o il recupero di tecnologie all’avanguardia, volte alla rifunzionalizzazione degli impianti ed al riutilizzo di acque reflue.

Carini ha parlato all’incontro voluto dalla presidente Maddalena Ciancaleoni, con al centro lo stato dell’arte della crisi idrica e dei depuratori, oggi 4 marzo, (leggi qui).

L’ingegner Claudio Carini

Al centro degli interventi più sostanziosi – senza dimenticare la rete capillare dislocata sui 59 comuni di Piceno e Fermano che fanno capo alla Cicli integrati –  ci sono i tre impianti principali,  Santa Maria Goretti di Offida, Campolungo di Ascoli, al centro di accese proteste per i miasmi, e Brodolini a San Benedetto.

 

«Tante le pressioni sui depuratori dal punto di vista ambientale – ha detto ancora l’ingegner Carini – per gli obiettivi della comunità europea su qualità delle acque di scarico, che si aggiungono per la Ciip a quelle legate alla scarsità della risorsa idrica e ai cambiamenti climatici.

Stiamo lavorando per riportare gli impianti ai limiti consentiti, ma anche per raccogliere la sfida verso il futuro.

Forte l’impegno per Santa Maria Goretti, dove insiste anche la presunzione di danni ambientali, con un progetto da 5 milioni di euro, 2 dei quali arrivati dal Pnrr.

Su Campolungo stiamo intervenendo con 6 milioni di euro, al fine di migliorare non tanto la qualità delle acque in uscita quanto piuttosto le emissioni d’origine dell’impianto, per sanare il gap tecnologico con rifacimento totale della rete degli scarichi e contrastare la formazione di odori che si riversano sul territorio».  

 

Poi c’è impianto di Brodolini. Ancora Carini: «Su quest’ultimo è stato fatto uno studio, insieme con l’Università Politecnica delle Marche, risultato vincitore di un bando europeo per l’economia circolare L’impianto sarà teatro di un progetto pilota con una ricaduta economica pari a 250, 300.000 euro per la Ciip, e che prevede un intervento mirato alla produzione di fertilizzanti ed estrazione di nutrienti per uso agricolo dai fanghi, da impiegare in agricoltura, nella zona Sentina. 

Poi, sempre con lo stesso progetto e con altri finanziamento della Regione, e per la stessa zona, stiamo lavorando ad un progetto per recuperare le acque reflue sia a scopo agricolo che per il ripascimento dei laghetti della Sentina».

 

Il riutilizzo delle acque, ma stavolta a scopo industriale, riguarderà anche l’impianto di Marino del Tronto, di Ascoli.   

 


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