La proposta dell’atto aziendale dell’Ast non poteva sfuggire a critiche e osservazioni da parte di organismi politici, associativi e civici. D’altronde, riorganizzare la sanità è un’operazione delicata, che incide sulla gestione della salute pubblica e richiede una visione chiara e condivisa.
Sulla questione è intervenuto anche il movimento “Orgoglio Civico” di San Benedetto che avvia la propria analisi partendo dalla distribuzione dei poteri decisionali, che sembrano concentrarsi principalmente su Ascoli. «La direzione amministrativa è infatti collocata all’ospedale “Mazzoni”, lasciando al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto un ruolo marginale. Questo assetto solleva perplessità, soprattutto considerando che il “Madonna del Soccorso” avrebbe dovuto essere il fulcro dell’emergenza sanitaria costiera, un’ipotesi che, secondo i fatti, non trova riscontro».
La mancata integrazione tra i modelli organizzativi della ex zona 12 (San Benedetto) e della ex zona 13 (Ascoli) è un altro punto critico. L’attuale gestione dell’Ast non sembra favorire un equilibrio territoriale, spingendo molti a chiedere un ritorno alle vecchie zone sanitarie per una maggiore chiarezza amministrativa.
Orgoglio Civico esprime il proprio parere sulla proposta sanitaria, sostenendo la necessità di una diversa redistribuzione delle risorse economiche. «In particolare, si propone di potenziare la Pediatria di San Benedetto con una struttura complessa, così come già avviene ad Ascoli. L’idea di ridurre il numero di strutture destinate all’assistenza diretta del paziente, a favore di una razionalizzazione amministrativa, viene criticata: servono investimenti per migliorare i servizi sanitari e non per accorparli».
Infine, il nodo dei tetti di spesa imposti all’Ast 5 richiede scelte politiche chiare, perché gli investimenti devono rispettare l’assetto sanitario previsto per i due ospedali. «In un clima di crescente confusione, si rende necessario fermarsi e riflettere sulla direzione intrapresa», conclude “Orgoglio Civico” di San Benedetto.
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