
Il Consiglio comunale aperto di Spinetoli
di Maria Grazia Lappa
In tanti sono intervenuti mercoledì sera (29 ottobre) al Palazzetto dello Sport di Pagliare di Spinetoli, per partecipare al Consiglio comunale aperto promosso dal sindaco Alessandro Luciani, che ha avuto come unico punto all’ordine del giorno l’incendio dell’Adriatica Bitumi.
Al termine della seduta il sindaco, coadiuvato da tutto il Consiglio comunale, ha preso un impegno con i cittadini: l’amministrazione comunale darà incarico a una ditta per valutare lo stato ambientale dei luoghi. «Il bilancio – ha detto il sindaco – è chiuso, ma già da adesso valuteremo i costi per svolgere un’eventuale indagine ambientale. È necessario uno studio approfondito sugli effetti di queste polveri e di questi miasmi, che ormai da anni inondano il nostro paese».
Altro aspetto che verrà preso in considerazione è il Pug (Piani Urbanistici Generali), nuovi strumenti di pianificazione territoriale che sostituiranno il vecchio Piano Regolatore Generale. «Si potrà pensare seriamente – ha detto il sindaco Luciani – a una nuova delocalizzazione dell’azienda, che non può più rimanere in una zona urbana, tra due centri commerciali e in mezzo alle abitazioni».
Successivamente i cittadini hanno espressamente chiesto un incontro con la proprietà. Nonostante le rassicurazioni dell’Arpam, che con una relazione ha gettato acqua sul fuoco, i cittadini nella seduta hanno espresso tutte le loro preoccupazioni e minacciano azioni di protesta.
Nell’intervento del sindaco e di alcuni cittadini si è cercato di ripercorrere la storia dell’azienda e delle azioni intraprese negli anni, che finora non hanno sortito risultati; per questo, tra i residenti, serpeggia un profondo malessere e c’è chi invita a manifestare. «Ci hanno rassicurato – ha commentato il sindaco – dalla relazione dell’Arpam sembra che non sussistano rischi, che l’incendio del 9 agosto scorso non abbia provocato conseguenze, ma noi sappiamo che l’Adriatica Bitumi non produce pomodori, ma catrame. Allora è necessario intervenire per cercare di ridare serenità ai cittadini.
Mi preme sottolineare – ha aggiunto Luciani – che questa non è una guerra tra Comuni, ma si tratta di un problema che va oltre la politica. Infatti, dopo Natale ci organizzeremo per promuovere un nuovo Consiglio comunale, nel quale coinvolgeremo anche il Comune di Colli del Tronto, visto che questa sera è presente solo l’opposizione. Se necessario, coinvolgeremo anche l’Unione dei Comuni».
Il sindaco, però, non ha risparmiato una stoccata all’ex sindaco di Colli: «Va sottolineato che la ditta ricade nel Comune di Colli del Tronto e che la fabbrica ha ottenuto in via ufficiale l’Aua (Autorizzazione Unica Ambientale), un importante procedimento amministrativo che vale per altri 11 anni. Nel nostro territorio abbiamo anche la Picenambiente, ma il nostro approccio è stato diverso: per il suo insediamento abbiamo preteso un equo indennizzo, che ci ha permesso di realizzare nuove strade; inoltre, abbiamo richiesto controlli puntuali e rigorosi».
Tra gli interventi si è sottolineato come, nei diversi sindaci che si sono succeduti a Colli del Tronto, non ci sia stato un vero e proprio interesse per risolvere l’annoso problema, e si è tornato a puntare il dito contro Cardilli: «La latitanza dei sindaci ci ha portato a questo punto – ha commentato Gino Schiavi – L’ex sindaco non ha presieduto a uno degli incontri istituzionali a cui è stato invitato per decidere il destino dell’azienda. Siamo stanchi di sentire parlare di delocalizzazione: grazie alle nuove autorizzazioni tutto è bloccato fino al 2036».
Giuseppe Del Moro, presidente della Legambiente di Spinetoli, ha ribadito che il problema non è solo legato ai miasmi e all’inquinamento, ma che l’accento deve essere posto sul pericolo esterno: «In caso di un nuovo incendio, cosa potrebbe accadere?»
Tra gli interventi anche quello del consigliere comunale di Offida, Eliano D’Angelo, che ha ribadito che i Comuni devono porre l’accento anche su un malato molto grave: il fiume Tronto. C’è stato anche chi ha posto riflessioni su alcune patologie che insistono sul territorio e chiede di effettuare indagini epidemiologiche.
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