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Covid e aziende
«Perdite inferiori al 30%,
non ho diritto al sostegno»

EMERGENZA CORONAVIRUS - A dirlo è Daniele Damiani, titolare di una lavanderia di Ascoli: «Vado in laboratorio, mi siedo e non avvio le macchine così almeno risparmio luce e acqua». La Cna Picena: «Necessario andare oltre i parametri. Ne va della sopravvivenza dei piccoli e piccolissimi imprenditori»
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Daniele Damiani

«Vado in laboratorio, mi siedo e non avvio le macchine così almeno risparmio luce e acqua». Sono le parole di Daniele Damiani, piccolo artigiano di Ascoli del settore tintolavanderie, che sintetizza così il “nero” che nessuna lavatrice al momento pare di poter smacchiare.

E’ una delle tante storie su cui la Cna di Ascoli vuole puntare i riflettori per evidenziare la situazione di difficoltà in cui versano le aziende al tempo della pandemia da Coronavirus. 

Un disagio che, secondo la confederazione picena, diretta a Francesco Balloni, può essere affrontato solo nelle stanze dei bottoni, dove tutti sono numeri ma tutti devono contare, almeno un po’.

«Il commercialista ha fatto i calcoli – continua il titolare di LavSupersec di Ascoli – ma la mia perdita ammonta al 28 per cento, quindi sotto al 30 e quindi senza nessuna speranza di sostegno, almeno per ora. Anche se a noi piccoli basterebbe poco, come aiuto per le bollette e per le incombenze quotidiane».

«Quella del 30 per cento – precisa Francesco Balloni – per noi è una delle battaglie di questa emergenza. I danni diretti e quelli indotti devono avere un calcolo, per il sostegno, che vada oltre i parametri attualmente in vigore. E questo vale la sopravvivenza o no soprattutto dei piccoli e piccolissimi».

«Cerimonie e quindi abiti da mettere in pulizia e in piega – prosegue l’artigiano Damiani – abiti per feste o serate mondane.

Tutto azzerato perché questi eventi per il momento non ci sono più. E anche la clientela classica ha difficoltà, a cominciare dagli anziani che hanno paura ad uscire.

Io da solo non posso certo fare anche recapito ma se si potesse dare lavoro a qualche giovane non si può immaginare quante persone usufruirebbero di questo servizio che non è di superbia ma di sana cura della propria persona e del proprio decoro come immagine.

La salvezza delle meraviglie dei piccoli centri storici come Ascoli per me passa anche da queste attenzioni, purtroppo per ora disattese».



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