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Post sisma, Confartigianato:
«Ancora troppa burocrazia:
snellire le pratiche
per velocizzare la ricostruzione»

L'INTERVENTO del responsabile settore edile Stefano Foresi: «La mancanza di liquidità frena l’azione imprenditoriale»
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Stefano Foresi

«Ricostruzione post-sisma e pagamenti: sebbene il 2021 abbia portato ad una generale accelerazione nella liquidazione delle fatture (con distinguo a seconda dello stato di avanzamento lavori), gli imprenditori lamentano ancora troppa burocrazia, che allunga le tempistiche. In questo scenario così complesso, il Covid sta poi pesando come un macigno, mettendo in seria difficoltà la categoria».

Ad affermarlo è la Confartigianato.

«All’orizzonte si prospetta l’avvio di una massiccia ricostruzione pesante, con la creazione di molti cantieri. Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo vuole mettere subito in agenda le principali problematiche del settore edile, che sta operando in una fase cruciale per il territorio -conferma l’associazione-. Da un’analisi sul campo, la tempistica media dei pagamenti nel 2020 era maggiore rispetto a quella odierna. Ma si potrebbe fare decisamente meglio, nell’interesse dell’intero sistema. Prendendo in riferimento la ricostruzione leggera, lo stato di avanzamento lavori (Sal) al 50% prevede tempi di 2 o 3 mesi per la liquidazione della pratica. Tempi che si allungano per il Sal finale, arrivando in alcuni casi anche a 4 o 5 mesi».

Nel suo report, Confartigianato evidenzia come «pochissime aziende associate abbiano opzionato il Sal Zero, che ricordiamo prevede il pagamento della quota parte del contributo a seguito di opportuna fideiussione. L’anticipo viene, del resto, concesso non prima di 3 o 4 mesi dall’invio della pratica, e la polizza fideiussoria scoraggia molti imprenditori: trovare fideiussioni, oltre che oneroso, è piuttosto difficile. Quanto alla Ricostruzione Pesante, la maggior parte delle imprese ha da poco aperto il cantiere: anche qui, comunque, si registrano attese nei pagamenti di circa 3-4 mesi».

Come osserva Stefano Foresi, responsabile settore edile Confartigianato interprovinciale, «gli imprenditori lamentano ancora troppa burocrazia e considerevoli passaggi. I tecnici dell’imprese, essendo oberati di lavoro, fanno spesso difficoltà ad essere celeri nell’invio della documentazione, ma da contropartita l’Usr (Ufficio Speciale Ricostruzione) ha bisogno di molto tempo per verificare accuratamente tutte le procedure».

«Le aziende parlano anche di ritardi degli istituti bancari, che prendono giorni prima di liquidare il credito già decretato dall’Usr -aggiunge Foresi-. C’è poi la fase pandemica, che sta condizionando questo meccanismo di liquidazione, con forti stop: in alcuni casi si è stati costretti a sostituite il tecnico preposto in corsa, con nuovo dispendio di tempo. La speranza è che con il progressivo rallentamento della curva si possa entrare a regime».

«I nostri imprenditori, a breve, saranno impegnati nella fase della ricostruzione pesante -le conclusioni di Foresi-. I cantieri saranno più corposi rispetto a quella leggera e la paura di problemi finanziari legati alla mancanza di liquidità frena molto l’azione imprenditoriale. Le aziende vorrebbero davvero cogliere le opportunità che il mercato offre, ma eventuali ritardi considerevoli potrebbero portarle sull’orlo del dissesto finanziario».

Infine, Confartigianato torna a ribadire la necessità di ridefinire alcune voci del Prezzario Sisma, ancora non in linea con le effettive necessità del comparto edile.

 


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