di Maria Nerina Galiè
La Chiesa e la guerra in Ucraina: a parlare, ai microfoni di Rai Radio 1, don Dino Pirri, di San Benedetto. Lo definiscono parroco social, alla luce dei suoi 44.000 follower su twitter. E di certo il suo modo di parlare, semplice e non per forza “allineato” con i dettami di chi è sopra di lui, fa presa.
don Dino Pirri
Intervistato da Luca Bottura e Marianna Aprile, che gli hanno chiesto perché, secondo lui, a Papa Francesco ed alla sua posizione dichiaratamente contro le armi e la guerra, viene dato poco spazio sulla cronaca nazionale, don Dino ha candidamente ammesso: «Dipende da quello che dice».
Invece, gli ricordano i conduttori, viene spesso citato ultimamente, da Biden, Giovanni Paolo II.
Don Pirri però non ci casca, nel “tranello” di porsi da un lato piuttosto che un altro della barricata.
Su Papa Wojtyła, intanto precisa: «Giovanni Paolo II dice di aprire la porta a Cristo, alla sua salvatrice potestà, ma anche di aprire – e questo a Biden bisogna ricordarlo – il confine degli Stati, dei sistemi economici e di quelli politici».
Poi don Pirri riprende in mano le redini del dibattito, in modo apparentemente scherzoso per andare in una direzione ben precisa: «Mi ritrovo ultimamente con Putin che cita il Vangelo, Biden Giovanni Paolo II, Papa Francesco Dostoevskij , Salvini Papa Francesco, Achille Lauro il Battesimo, c’è un prete che durante la predica cita Sanremo e i comunisti anticlericali che parlano di “Avvenire” come dei foglietti che si trovano dentro i cioccolatini.
Insomma, non è che il Vangelo e la Bibbia possano essere citati per dare validità proprie idee: il Vangelo deve solo porre domande, avviare percorso e favorire il dialogo. Non va utilizzato a a garanzia di un’opinione, nemmeno da parte della Chiesa».
«In una situazione in cui sono saltate le marcature saltate, è difficile per chi crede, avere una posizione netta sulla guerra», hanno rimarcato la Aprile e Bottura, riportando il sacerdote piceno sul tema e ricordandogli che anche qualche esponente della stampa cristiana, o teologi, affermano che non si può fare a meno di inviare armi ad il popolo invaso deve aiutato.
La risposta di don Pirri: «La guerra è un dramma della storia. Fa parte della storia. Da un lato però c’è il “mandiamo armi”. Dall’altro, il mandare armi per prendere meno botte e trovare intanto soluzioni.
Per Giovanni Paolo II la pace si basa su 4 parole: verità, giustizia, amore e libertà.
Qui c’è un’emergenza. Ed è vicina ai confini di casa nostra. Il cristiano deve accettare la “ratio” delle armi, ma non come “la” soluzione».
«Come dolorosa necessità», sottolinea la Aprile.
Pronta la replica di don Pirri: «Non infiocchettiamo la cosa con la retorica, non c’è nulla di romantico in tutto questo».
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