Missione in Ucraina, consegnati i dispositivi per soccorritori: «Torneremo per un nuovo addestramento» (Foto e video)

GUERRA - Rientrata in Italia la delegazione guidata da Francesco Lusek. Lungo l'elenco di ringraziamenti ai donatori del materiale consegnato al confine con il Paese invaso
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di Andrea Braconi

 

Da Iasi, al confine con la Moldavia, dopo l’atterraggio si sono spostati a Suceava, dove insiste il Centro di Coordinamento Europeo di Protezione Civile per quanto riguarda l’emergenza Ucraina. Poi l’intesa attività formativa con i soccorritori locali, l’attraversamento del confine per un’ulteriore formazione sul funzionamento dei dispositivi donati, sia quelli per l’estrazione di traumatizzati dalle macerie che le sonde per la ricerca di persone sepolte. Infine, il rientro in Italia, sempre in aereo. Si è conclusa in poco più di 24 ore la missione promossa dalla Scuola Italiana di Protezione Civile in collaborazione con il team del Progetto S.I.S.MA.

«A Suceava – racconta il disaster manager Francesco Lusek, a capo dell’operazione – si trova un centro operativo avanzato dove operano team misti di rumeni e ucraini. Lì è arrivata una squadra da ricerca dall’Ucraina, alla quale abbiamo consegnato le strumentazioni e fatto la formazione grazie al prezioso supporto di Renato Pelacani. Era presente un rappresentante della Direzione Stati d’emergenza d’Ucraina, cioè l’equivalente del nostro Dipartimento di Protezione Civile, insieme a due soccorritori professionisti ed un rappresentante del volontariato ucraino che si sta costituendo adesso».

Una volta entrati in Ucraina, Lusek e Pelacani ha rifatto un training con altri soccorritori. “Ci hanno fatto vedere la situazione dei profughi, abbiamo fatto una riunione operativa con le autorità per prendere coscienza delle loro necessità e pianificare futuri interventi”.

Perché l’azione di questo progetto, specifica, si concentrerà ancora sui soccorritori. «A livello di assistenza agli sfollati c’è una presenza massiccia da tutta Europa, anche l’assistenza militare c’è e quindi rafforziamo un po’ questo aspetto. Saremo disponibili da remoto per consulenze con turnazioni, poi raccoglieremo altro materiale specificatamente per il soccorso negli edifici bombardati e torneremo per fare un nuovo addestramento con altri soccorritori. L’obiettivo a fine conflitto sarà proseguire questo rapporto, come avvenuto in Albania dopo il terremoto, e farlo diventare da assistenza in emergenza a cooperazione e scambio di esperienze».

Corposo l’elenco di ringraziamenti ai donatori: «Un grazie – conclude Lusek – All’Unpli Marche con il presidente Silla e il consigliere Borroni, la Protezione Civile comunale di Porto San Giorgio con il coordinatore Pazzi, la stazione dei Carabinieri di Porto San Giorgio, con il comandante Spina, che hanno dato una grande mano per la gestione di tutta la logistica in quello che è stato il centro di stoccaggio di queste attrezzature, oltre ad un supporto nell’invio del primo carico. Ringraziamo anche la Croce Verde San Benedetto del Tronto con il presidente Galieni, il comune di Monte Rinaldo con il sindaco Borroni, il Comune di Montefalcone con il sindaco Grifonelli, il coro La Cordata con il presidente Di Buo’ e le aziende GV Medicali, Acciarri Costruzioni ed Edilizia Piersanti. Ultimo ma non per importanza Oleksandr Kokhan (detto Sasha) che è stato determinante nella pianificazione e nello sviluppo della missione. Sarà nostra premura, infine, ringraziare il resto dei donatori nelle prossime settimane».

 



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