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Dalla captazione idrica alle tariffe: confronto tra Ciip e “Tavolo piceno acqua bene comune”

ASCOLI - Una delegazione del "Tavolo piceno acqua bene comune" ha incontrato la neo presidente della Ciip Maddalena Ciancaleoni e i vertici della Spa per un confronto generale sulla gestione del servizio idrico
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Maddalena Ciancaleoni

 

Una delegazione del “Tavolo piceno acqua bene comune” ha incontrato la neo presidente di Ciip, Maddalena Ciancaleoni, e i vertici della Spa per un confronto sulla gestione del servizio idrico.

«L’auspicio iniziale dei rappresentanti delle associazioni e dei comitati, depositari e custodi della volontà popolare espressa nel referendum sull’acqua pubblica del 2011 – dice Massimo Rossi, ex sindaco di Grottammare e presidente della Provincia di Ascoli, portavoce del “Tavolo”è che la gestione del servizio idrico sia concretamente ispirata ai principi di gestione pubblica, solidaristica e sostenibile dell’acqua. Una gestione pubblica che in quanto tale sia caratterizzata innanzitutto dalla trasparenza e dall’apertura alla partecipazione dei cittadini nonché dall’effettivo mantenimento della gestione materiale del servizio all’interno dell’azienda evitando una progressiva esternalizzazione delle sue funzioni».

Il confronto si è poi concentrato sulle criticità del servizio idrico e sui progetti che la Ciip sta portando avanti per la loro soluzione.  In particolare, sulla qualità dell’acqua erogata nelle zone in cui operano gli impianti di soccorso di Castel Trosino e Fosso dei Galli, sul funzionamento di alcuni impianti di depurazione, sul contenimento delle perdite delle reti, il recupero delle acque reflue e piovane per gli usi compatibili, sulla gestione sostenibile dei fanghi di depurazione e sull’incidenza delle bollette sulle famiglie più vulnerabili.

I vertici dell’azienda hanno evidenziato come le problematiche della torbidità dell’acqua nelle zone di Folignano, Villa Pigna, Case di Coccia e parte di Ascoli si siano estremamente ridotte rispetto al passato. «Inoltre in alcuni casi tali fenomeni – aggiunge Rossi – sarebbero determinati da interventi di manutenzione. L’auspicio condiviso è stato di ridurre nel tempo l’attingimento da tali impianti grazie alla realizzazione degli imponenti interventi parzialmente finanziati con il Pnrr volti a immettere nuove risorse idriche in grado di sopperire a quelle venute a mancare a causa del terremoto e della progressiva carenza di precipitazioni. In particolare gli impianti volti al prelievo ed alla potabilizzazione di acque superficiali dal lago di Gerosa e dal fiume Tenna che sono già stati appaltati e dovranno essere completati entro il 2026».

Massimo Rossi

Riguardo quest’ultimo prelievo la delegazione dei comitati ha posto l’accento sulla «necessità di conciliare il doveroso soddisfacimento delle esigenze idropotabili con la salvaguardia dell’ecosistema fluviale. In relazione a tale preoccupazione i vertici della Ciip hanno ribadito che il deflusso minimo vitale del fiume non verrà assolutamente minacciato per il carattere parziale ed estremamente residuale di tale prelievo idrico, peraltro maggiormente costoso per i necessari consumi energetici necessari all’immissione in rete».

Si è parlato anche dell’impianto di depurazione di Santa Maria Goretti che in varie occasioni negli ultimi mesi ha continuato a sversare reflui sul Tesino.

La presidente ed i tecnici dell’azienda, nel ribadire il loro massimo impegno al riguardo ed il costante monitoraggio della situazione, hanno collegato tali eventi a «situazioni particolari o precipitazioni eccezionali. Hanno però confermato che i problemi potranno  essere efficacemente risolti solo con il potenziamento dell’impianto che potrà essere completato solo tra tre anni». 

I rappresentanti del “tavolo” hanno affrontato anche l’aumento delle tariffe che in un biennio sono lievitate di oltre il 25% gravando pesantemente sui bilanci familiari, così come sugli utili di esercizio registrati e preventivati nei bilanci dell’azienda.

«Al riguardo – conclude Massimo Rossi – la presidente Ciancaleoni ha rappresentato come a causa dei meccanismi di gestione finanziaria imposti dalle autorità nazionali di regolazione, gli avanzi di bilancio fortemente impattanti sulle tariffe siano indispensabili sino al 2026 per coprire nell’ambito dei bilanci correnti il finanziamento delle opere non coperti dai fondi Pnrr. Abbiamo espresso una forte riserva su tali meccanismi, e chiesto comunque di «agire per la protezione delle fasce popolari più vulnerabili incrementando le risorse già previste a tale scopo e valutando una rimodulazione delle fasce tariffarie. A riguardo si è registrato l’impegno della Presidente a valutare tale possibilità».

 

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