Sono in corso i lavori di riqualificazione dell’ex Ballarin, un’area strategica per San Benedetto, ma il progetto sta sollevando diverse perplessità. Il coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo”, attraverso la voce di Maurizio Di Cosmo, esprime preoccupazione per l’eccessivo impiego di cemento e per l’abbandono dell’idea originaria ispirata alla proposta del Comitato di quartiere.
L’intervento mira a trasformare l’area in un polo multifunzionale con spazi culturali, ricreativi e commerciali, ma la percentuale di aree verdi appare ridotta rispetto alle previsioni iniziali. Il consumo di suolo, l’uso massiccio di materiali tradizionali e l’aumento delle emissioni di CO₂ alimentano dubbi sulla reale sostenibilità del progetto.
A preoccupare è anche l’immutata viabilità, che impedisce la creazione di un continuum naturale con la Riviera delle Palme. Le strutture cementizie in costruzione sembrano replicare il “tappo” costituito dagli spalti delle curve nord e sud, invece di risolvere i problemi urbanistici della zona. Inoltre, la realizzazione di nuovi edifici a sud e l’incognita sulla pavimentazione dei parcheggi a nord confermano il timore che l’ex Ballarin si trasformi in un ennesimo scenario dominato da cemento e asfalto.
Nonostante l’integrazione di impianti a energia rinnovabile, le misure sostenibili adottate non sembrano sufficienti a compensare l’impatto ambientale dell’opera. Il progetto, che avrebbe dovuto simboleggiare accoglienza e apertura, rischia di diventare un’ulteriore occasione persa per la città.
Infine, la mancanza di una visione integrata con la riqualificazione del porto e delle aree circostanti rappresenta un ulteriore limite dell’intervento. L’Amministrazione comunale sembra aver rinunciato a un’opportunità unica per migliorare la vivibilità e l’attrattività di San Benedetto, privilegiando ancora una volta il cemento a scapito della sostenibilità e del benessere urbano.
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