Autostrada A14, da tempo si parla di arretramento o ampliamento con la terza corsia nel tratto da Porto Sant’Elpidio verso sud.
Nel dibattito si inserisce anche Giorgio Passerini, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche, e con una lunga esperienza anche nel ramo ambientale.
Il suo settore scientifico, come riportato proprio nel sito della Univpm, è infatti la Fisica tecnica ambientale.
Professore, lei ha parlato recentemente ad un evento promosso dalla Fondazione San Giacomo della Marca e dal Comitato Arretramento A14 e FS Marche sud di un inquinamento atmosferico preoccupante sulla costa, in particolare nelle Marche Sud. Ci spieghi meglio.
«Tutta la fascia costiera delle Marche presenta livelli di inquinamento dell’aria mediamente più elevati del resto della regione. Questa situazione è ben nota e ne è stato preso atto tanto da dividere la regione in tre “fasce di pressione” che corrispondono, perlopiù, alle zone costiera, collinare e montana. Quella costiera presenta la situazione più problematica per livelli di emissioni e popolazione esposta».
Ha anche detto che tale inquinamento è dovuto in larga parte alla organizzazione delle infrastrutture viarie concentrate sulla costa.
«Oggi nelle Marche gran parte delle emissioni che inquinano l’aria deriva dal traffico su gomma e dalla combustione cosiddetta per usi civili. Questo significa che le zone più popolate sono anche le più inquinate perché in tali zone si concentrano queste emissioni. Le strade principali sommano a tali emissioni quelle dovute al traffico di mezzi che attraversano la regione».
Nell’attuale dibattito nelle Marche sud tra terza corsia e arretramento drll’A14 che impatto ci sarebbe sul tema dell’inquinamento rispetto alle due ipotesi?
«Anche senza analizzare nel dettaglio i vari scenari direi che l’arretramento comporterebbe una diminuzione delle cosiddette “pressioni” sulla fascia costiera mentre la realizzazione della terza corsia aumenterebbe le emissioni sui relativi territori. Credo che andrebbe anche analizzata la cosiddetta fase “di cantiere”. Date le caratteristiche dell’attuale tracciato e dell’orografia della zona, durante tale fase dobbiamo aspettarci un lungo periodo di lavori con ulteriori emissioni in zone aventi densità di popolazione tra le più alte nelle Marche. In alcune zone, il tracciato sovrasta letteralmente zone completamente urbanizzate».
Ma con l’arretramento si sposterebbe nelle aree interne l’inquinamento?
«A prima vista si potrebbe dire così ma occorre considerare la situazione da tutti i punti di vista. Oggi, per muoversi su gomma o su ferro da una qualsiasi città o paese dell’interno a una qualsiasi altra è quasi inevitabile “scendere” verso la costa, percorrere la A14 e poi “risalire” verso l’interno. Questo è un tipo di viabilità detto “a pettine” che comporta un maggiore chilometraggio, un maggiore consumo di combustibile e maggiori emissioni. Inoltre, la viabilità secondaria è spesso datata e congestionata (come peraltro la stessa A14), il che comporta ancora più importanti emissioni nelle zone abitate. Andrebbe valutato il tutto utilizzando uno degli affidabili modelli di studio oggi a disposizione ma tendo a credere che non si avrebbe un reale apprezzabile peggioramento della qualità dell’aria nelle aree più popolate delle zone interne».
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