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Cisl, più risorse per gli operatori
Donati: «Non bastano pacche
sulle spalle e ringraziamenti»

EMERGENZA - «In Area Vasta 5 il fondo contrattuale legato al lavoro disagiato, già prima dell’emergenza, era insufficiente per fare fronte alle necessità. Altre Regioni, come la Toscana, hanno già provveduto ad aumentare la retribuzione giornaliera di coloro che lavorano direttamente o indirettamente con pazienti Covid con indennità aggiuntive»
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«A tutti gli operatori che lottano ogni giorno in prima linea non bastano più pacche sulle spalle o ringraziamenti formali. La Regione Marche deve mettere sul piatto subito risorse aggiuntive a quelle del Decreto n.18/2020 utili solo per ripianare i fondi contrattuali». La richiesta parte dal segretario regionale della Cisl Fp Giuseppe Donati il quale mette sotto la lente d’ingrandimento soprattutto l’emergenza sanitaria nel Piceno e nel Fermano.

L’ospedale di Ascoli

«In questo drammatico momento – afferma – si palude giustamente al lavoro profuso da tutti gli operatori sanitari del Fermano e del Piceno impegnati nell’assistenza ai malati infetti da Covid 19 e nel contenimento alla pandemia. Questi operatori stanno mettendo a rischio la propria incolumità e quella dei propri affetti tanto che giornalmente si registrano nelle due province di Fermo ed Ascoli tantissimi casi di positività tra i sanitari in alcuni casi derivanti dalla sottovalutazione dell’attuale situazione emergenziale da parte di alcuni rappresentanti le istituzioni e da chi nel nostro Paese sarebbe più specificatamente preposto alla tutela dell’incolumità collettiva. Sia in Area Vasta 4 sia in Area Vasta 5  il numero degli operatori sanitari colpiti da Covid è alto in rapporto ai contagiati. Gli operatori del Fermano in particolare sono stati decimati anche per eventi legati al contagio di un intero reparto ospedaliero. Dalle ultime rilevazioni, più di 700 tra medici, infermieri, oss, tecnici sanitari, autisti di ambulanza, ostetriche, assistenti sanitarie, educatori professionali, eccetera, nelle Marche sono risultati positivi al virus e tra questi, purtroppo ve ne sono diversi ricoverati in Rianimazione assistiti con ventilazione meccanica o con caschi ad ossigeno ad altissimo flusso e stanno lottando per la vita».

L’ospedale di San Benedetto

Che cosa chiede Giuseppe Donati? «Le risorse ulteriori da bilancio regionale serviranno per riconoscere al personale della sanità incrementi economici degli dell’impegno e del sacrificio profusi dai lavoratori. Va ricordato che in Area Vasta n.5 il fondo contrattuale legato al lavoro disagiato, già prima dell’emergenza, era insufficiente per fare fronte alle necessità. Altre Regioni, come la Toscana, hanno già provveduto ad aumentare la retribuzione giornaliera di coloro che lavorano direttamente o indirettamente con pazienti Covid con indennità aggiuntive graduate. Ci aspettiamo che le Marche facciano una scelta simile per riconoscere concretamente e non a chiacchiere degli incentivi anche agli operatori dell’Area Vasta 4 e 5. La Regione Marche, precedentemente, ha sempre rifiutato di incrementare i fondi economici per il personale del comparto tramite risorse aggiuntive dal proprio bilancio adducendo impedimenti giuridico-normativi. Ora quegli impedimenti sono venuti meno almeno per il tempo dell’emergenza. Ci aspettiamo quindi che le Marche, al pari della Toscana che ha stanziato 38 milioni e sottoscritto l’accordo sindacale, voglia premiare veramente i propri operatori iniziando dal pagamento delle indennità contrattuali specifiche quali l’indennità di malattie infettive a tutti i dipendenti (senza distinzione di professione) che lavorano in reparti con Covid positivi proseguendo con il riconoscimento del tempo di vestizione/svestizione della divisa che per chi opera in zona rossa va aumentato sensibilmente».

Il sindacalista della Cisl torna poi su un vecchio contenzioso. «Va stigmatizzato – afferma – che l’Asure, seppur il Contratto nazionale collettivo 2016 lo prevedesse, ha mai applicato e pagato al personale il rispettivo economico per il tempo di vestizione e passaggio consegne. Addirittura, ha sempre fatto appello ad ogni sentenza che ha dato ragione ai lavoratori per il riconoscimento di questo diritto anche prima della stipula del Contratto nazionale. Sarebbe il caso di cambiare atteggiamento. Non basterà solo questo. Come Cisl Fp chiediamo che il Servizio Salute sottoscriva al più presto l’accordo con Cgil, Cisl e Uil su speciali incrementi economici ( tra 25 e 45 euro) per ogni turno lavorato e graduati in base al rischio lavorativo da liquidare già con lo stipendio di aprile e con decorrenza dall’inizio dell’emergenza. Queste richieste economiche, che vanno nella direzione dell’uscita dalla retorica degli “eroi” per ritornare alla logica della congrua retribuzione in rapporto alla complessità della prestazione resa dal professionista, non possono e non devono essere considerate come risarcitori dei danni eventualmente procurati al personale delle Aree Vaste 4 e 5 da scelte organizzative, gestionali e politiche sbagliate e periolose. I giusti riconoscimenti economici richiesti non sanano i rischi professionali ai quali sono o sono stati esposti gli operatori sanitari in assenza o quasi di percorsi idonei e Dps adeguati».

Infine un attacco alla politica. «A proposito di quanto sopra, stiamo registrando il tentativo, da parte di alcuni illustri politici di diversi schieramenti, –  sostiene sempre Giuseppe Donati – di far inserire degli emendamenti al Decreto Legge n. 18 del 17.03.2020 (Cura Italia) con la finalità “squallida” di porre uno scudo protettivo di carattere civile e patrimoniale nei confronti di chi, eventualmente con poca diligenza, starebbe gestendo l’attuale situazione emergenziale, sollevandoli dalle citate responsabilità. Per quanto ci riguarda come Cisl Fp riteniamo che, seppur ci troviamo di fronte ad un dramma dalle proporzioni epocali e che la conseguente gestione della salute pubblica impone soluzioni di misure eccezionali, è altrettanto vero che non possa passare il concetto della non responsabilità e quindi impunibilità con conseguente esenzione dall’obbligo del risarcimento del danno, da parte di coloro che sono preposti all’amministrazione e alla gestione dell’emergenza e sarà accertato aver sbagliato. Non è questo sicuramente il momento delle polemiche, tantomeno politiche, che in questi giorni imperversano, né tantomeno il momento di colpevolizzare o individuare capri espiatori, ma non può essere accettato da parte nostra, il principio dell’esonero delle responsabilità. Al momento opportuno, si faranno i conti».



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