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Covid-19: la strada verso l’estate 2020
è lastricata di dubbi,
in allarme gli operatori balneari
L’appello al premier Conte
in una drammatica lettera aperta

EMERGENZA CORONAVIRUS - La parola ai rappresentanti di Fiba-Confesercenti (Serafino Bernardini), Sib-Confcommercio (Enrica Ciabattoni) e Itb-Italia (Giuseppe Ricci): «Dalle notizie che pervengono dalle associazioni albergatori e dalle agenzie turistiche, l’estate rischia di vedere deserte spiagge e cittadine balneari. Rischiamo la morte del turismo»
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di Marco Braccetti

Un tuffo in un profondo mare di dubbi. Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio e Itb-Italia. Le sigle più rappresentative dei concessionari di spiaggia lungo la Riviera delle Palme esprimono la loro grande preoccupazione in vista di una stagione estiva che si prevede quanto mai incerta. Era dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che il comparto turistico sambenedettese non viveva una situazione del genere e gli operatori dell’accoglienza balneare fremono.

«Al momento siamo completamente fermi: nessuna prenotazione, fermi i colloqui per l’assunzione del personale, fermi i lavori di manutenzione. Il problema andrà anche oltre alla vera e propria emergenza sanitaria che oggi stiamo vivendo. La ripartenza, quando arriverà, non sarà facile. Per tornare alla normalità ci vorranno mesi». Sono parole di Enrica Ciabattoni: responsabile locale del Sib. Da Confcommercio fanno notare che attualmente non c’è una data per la riapertura: «L’ipotesi più ottimistica è la metà di giugno, ma speriamo che queste ipotesi vengano smentite dai fatti e si possa iniziare prima» continua Ciabattoni.

Un’altra grossa incertezza riguarda l’organizzazione degli spazi-spiaggia che potrebbero essere letteralmente rivoluzionati se dovessero protrarsi ancora a lungo le attuali norme sul distanziamento interpersonale che, tra l’altro, prevedono il rispetto della distanza di sicurezza tra ogni individuo di almeno un metro. A che distanze piazzare gli ombrelloni? Ogni singolo ombrellone potrà ospitare anche più di una persona? «Non abbiamo ricevuto indicazioni da parte delle autorità locali competenti che, evidentemente, anche loro aspettano istruzioni dal governo centrale» rimarca il presidente dell’Itb Giuseppe Ricci. Il titolare dello chalet Stella Marina, sottolinea come – comunque – visto che si prospetta una stagione con meno bagnanti del solito, gli chalet potrebbero decidere autonomamente di piazzare meno ombrelloni, così da garantire più spazio.

Certo, poi ci sarebbe da vedere come rispettare le distanze interpersonali sotto ogni singolo ombrellone: un autentico rompicapo. Secondo il presidente Itb, il quadro della situazione si farà più chiaro entro la fine di maggio. Comunque sia: pare, purtroppo, ormai una certezza che l’estate 2020 sarà sottotono dal punto di vista delle presenze turistiche. Ora ci s’interroga e ci si ingegna su cosa fare per limitare i danni. Si guarda, ad esempio, alle tariffe per l’affitto di ombrelloni, lettini e altre attrezzature per la tintarella. Ricci sottolinea che da qualche anno ogni chalet può decidere autonomamente il proprio tariffario, anche in base ai servizi offerti.

«Da un decennio non vengono ritoccati – sostiene il presidente Itb – questa volta siamo in una situazione straordinaria ma, a mio avviso, se la stagione effettiva partirà normalmente a giugno, non andrebbero apportate particolari modifiche. Magari si possono pensare a sconti ed a qualche facilitazione, per invogliare i turisti fuori regione a tornare a farci visita. Secondo me, infatti, quest’estate saremo penalizzati da un forte calo di turisti non solo dall’estero, ma anche da fuori dei confini marchigiani. Serve, dunque, qualche iniziativa immediata di promozione per riavvicinare i nostri ospiti italiani. Dobbiamo far capire che bagnarsi con l’acqua marina e respirare lo iodio, è un toccasana per ogni male».

«C’è ancora troppa incertezza – taglia corto il dirigente locale Fiba, Serafino Bernardini – alimentata pure dal fatto che, a San Benedetto, il Comune non ha ancora concesso la proroga alle concessioni in scadenza per fine anno» Concessioni che, in base alla famigerata direttiva europea Bolkestein, rischiano di finire all’asta. Secondo l’operatore sambenedettese, nel Nord delle Marche, molte località costiere si sono mosse da tempo e ciò consente agli operatori una programmazione più serena. «Ci appelliamo al sindaco Piunti ed al dirigente Polidori – conclude Bernardini – affinché facciano in fretta».

Mentre si appella direttamente al premier Giuseppe Conte il presidente Ricci, in una drammatica lettera aperta nella quale parla di un turismo balneare che «a questo punto rischia davvero una morte dovuta alla fuga dei turisti, alle nuove norme sulla circolazione e, soprattutto, alla mancanza di risorse della popolazione estenuata da perdita del lavoro e mancanza di introiti. Dalle notizie che pervengono dalle associazioni albergatori e dalle agenzie turistiche, infatti, l’estate 2020 rischia di vedere deserte la spiagge e le cittadine balneari».

Che fare? Nella sua missiva, Ricci sottopone al primo ministro alcune richieste. Eccole:

Promulgazione della legge che deve estendere fino al 2033 la proroga delle concessioni, legge oggi in forse, a seguito della mancata emanazione di un decreto attuativo dei commi 682 e seguenti dell’articolo 1 della legge di bilancio 2019 numero 145 del 30/12/2018.

Slittamento all’anno prossimo delle rate dei mutui/finanziamenti già in vigore per il 2020 e successivo slittamento per gli altri anni.

Slittamento anche per il 2021 delle eventuali rate di mutuo/finanziamento per gli investimenti e i miglioramenti delle strutture (anche in questo caso con slittamento delle varie annualità).

Garanzia per il proseguimento dell’attuale sistema di concessioni demaniali per il settore turistico balneare anche per l’anno 2021.

Applicazione del canone demaniale ricognitorio (pari al 10%) alle concessioni turistiche demaniali.

Tassa regionale ridotta al 10% anziché  l’attuale percentualmente applicata sui canoni demaniali.

Tassa sui rifiuti ridotta al 10% e limitata solo all’attività commerciale, collegata allo stabilimento balneare.

Limitare la fornitura del servizio di salvataggio in mare, solo nelle strutture aperte alla balneazione.



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