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Lo strazio per Jacopo Bachetti:
la famiglia attende il nulla osta
per celebrare il funerale
Procura: omicidio colposo e lesioni
colpose gravi le ipotesi di reato

ASCOLI - Papà Maurizio, mamma Simona, il fratello gemello Nicolò e quello più piccolo Michele aspettano la restituzione del corpo per dare l'ultimo saluto al giovane di 26 anni morto nell'incidente stradale di Venagrande. Il 24enne che guidava l'Audi iscritto nel registro degli indagati. Sia lui che la ragazza di 20 anni che era a bordo sono ricoverati al "Torrette" di Ancona
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Jacopo Bachetti

di Andrea Ferretti

«Ciao tato mio. Per me ogni giorno bastava che tu fossi felice. Per me ogni giorno bastava che tu avessi ciò di cui avevi bisogno anche se dovevo rinunciarci io. Per me ogni giorno bastava che tu fossi sorridente. Anche quando potevo esserlo io. A me bastava che restassi sempre con me. Per me sei ancora qui affianco a me a dirmi mi vieni a riprendere? Ti prego. Per me bastava che tu mi dicessi trippoló dove vai? Come ti sei vestito? Che macchina ti sei comprato? Per me bastavi tu mi hai portato via un pezzo di cuore, un pezzo di tutto perché tu eri la mia metà.
Ciao Jacopino, ogni giorno onorerò quello che tu sei stato per me. Racconterò sempre alle mie figlie chi è stato loro zio, un eroe per me, un esempio da seguire. Non avevi paura di niente e io con te non avevo paura di niente eravamo unici e lo saremo per sempre! 18/10/1994. Gemelli per la vita, gemelli per sempre».

Jacopo e Nicolò Bachetti

E’ il messaggio di Nicolò, fratello gemello di Jacopo Bachetti. Avevano compiuto 26 anni un mese fa. Poi una sbandata, un’uscita di strada e lo schianto che sabato sera si è portato via Jacopo gettando nella disperazione familiari, parenti, amici, l’intera frazione di Venagrande, Ascoli tutta. Quella città dove tanta gente conosceva Jacopo e aveva imparato ad apprezzare le qualità di questo giovane barman: bello, bravo, gentile e – una della tante affermazioni degli amici affranti dal dolore – dal sorriso contagioso.

Il messaggio di Nicolò vale più di ogni altro, anche se questo non è certo il tempo di fare cernite e classifiche. Questo è il tempo del dolore. E, soprattutto, deve essere anche il tempo della riflessione, dalla quale nessuno può e deve sentirsi escluso.

Il corpo di Jacopo deve ancora essere restituito alla famiglia che, purtroppo, può solo attendere il nulla osta per poter organizzare il funerale. La Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo su questo tragico evento, vuole vederci chiaro.

Intanto ha iscritto nel registro degli indagati il 24enne che era alla guida dell’auto e che si trova ricoverato all’ospedale regionale “Torrette” di Ancona dopo che sabato sera era stato ricoverato al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. L’ipotesi di reato è omicidio colposo e lesioni colpose gravi. Ha riportato diverse fratture, ma quello che più preoccupa i medici è un polmone lesionato da una costola che si è rotta.

Sotto sequestro l’Audi TT andata distrutta dopo aver sfondato il guardrail ed essere paurosamente rotolata nella scarpata sottostante.

Non sta meglio la ventenne, fidanzata del giovane di 24 anni, operata d’urgenza al “Mazzoni” di Ascoli sabato notte e poi trasferita anche lei al “Trauma Center” del capoluogo dorico.

Le indagini, coordinate dalla Procura, proseguono dopo i rilievi dell’incidente effettuati dalla Polizia Municipale di Ascoli. Sarà importante ascoltare i due feriti, quando staranno meglio, e anche i loro amici che viaggiavano a bordo di un’auto che seguiva l’Audi, testimoni della tragedia che si è consumata davanti ai loro occhi. Il micidiale fuoristrada poteva costare la vita a tutti e tre i ragazzi.

Il destino crudele si è abbattuto su Jacopo Bachetti e la sua famiglia: papà Maurizio che lavora nel settore dell’abbigliamento, mamma Simona che da anni lavora presso la boutique “Saint Germain” di Ascoli, il gemello Nicolò che è già padre di due bimbe, il fratello più piccolo Michele calciatore della Primavera dell’Ascoli, nato da un secondo matrimonio della madre.

Lo striscione in ricordo di Jacopo che gli amici hanno posizionato sopra l’antico lavatoio di Porta Cappuccina

 

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