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Vaccini, «Dopo 4 mesi
anticorpi dimezzati»
«Prepariamoci alla terza dose»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Lo dicono Claudio Angelini direttore del Sisp e Antonio Fortunato a capo del laboratorio che sta conducendo lo studio, richiesto dall'Asur Marche, per il controllo della risposta immunitaria su circa 1.800 dipendenti di Area Vasta 5. I dati sono relativi alla seconda delle tre fasi previste dall'indagine e riguardano Pfizer
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Il dottor Antonio Fortunato

di Maria Nerina Galiè

Dopo 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale gli anticorpi contro il Covid si dimezzano. E’ questo il risultato del secondo step dello studio che sta conducendo il laboratorio di Biologia Molecolare del “Mazzoni” di Ascoli, diretto dal dottor Antonio Fortunato, su input dell’Asur Marche (leggi qui il risultato dopo il primo step).

L’indagine prevede un prelievo di sangue, e la conseguente analisi per la ricerca del titolo anticorpale (in gergo immunità umorale), a circa 1.800 dipendenti dell’Area Vasta 5, che hanno aderito su base volontaria.

Pertanto saranno date risposte sul vaccino Pfizer, che è quello somministrato a tutti gli operatori della Sanità Picena.

Sono tre le fasi dello studio: a 2 mesi, a 4 mesi ed a 6 mesi dal vaccino.

La prima fase, a 2 mesi dal completamento del ciclo vaccinale quindi, è venuto fuori «che il titolo anticorpale è più importante nelle donne e, a parità di sesso, nei più giovani», ricorda il dottor Fortunato che aggiunge: «Prematuro parlare di risultati, ma quelli emersi fino ad ora vanno nella direzione di doverci preparare alla terza dose».

Claudio Angelini riceve l’onorificenza dal prefetto di Fermo Vincenza Filippi (Foto Simone Corazza)

Nessuno stupore per il direttore della Patologia Clinica, come per il dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5. Entrambi neo Cavalieri dell’Ordine al Marito (leggi qui: Fortunato e Angelini).

Fortunato: «E’ terminata anche la seconda fase, nella quale stiamo vedendo precipitare la quantità degli anticorpi. A 4 mesi dal vaccino, il titolo anticorpale si riduce del 50 %, in alcuni casi anche di 2 terzi.

Non è stata una sorpresa. Anche perché quello che conta è la memoria cellulare, che si valuta con sistemi più complessi e non sono oggetto di questo studio». 

Angelini: «Un titolo anticorpale alto dà una risposta immediata se si viene a contatto con il virus. Ma l’efficacia del vaccino è anche legata alla memoria immunologica,  la capacita delle cellule di aver imparato a produrre anticorpi.

Dei vaccini sono state sperimentate la sicurezza e l’efficacia, ma non la durata della risposta immunitaria. Non c’è stato abbastanza tempo».

 

 

 

 

 



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