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Panda Raid, Manuel e Walter al traguardo del deserto: «Ora si torna a casa»

DOPO una settimana di gara e circa 2.000 chilometri percorsi a bordo di una Fiat, i ragazzi marchigiani si classificano al 117esimo posto su 270 equipaggi. Bilancio più che positivo per una corsa che è soprattutto una prova con se stessi, lontano da tecnologia e navigatori. Il racconto dell'avventura, dal quasi svenimento di uno dei due fino alla salita dove hanno rischiato di ribaltarsi
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Manuel, Walter e il Pandino a fine gara

 

di Luca Capponi 

 

Risultato finale, 117esimo posto su 270 equipaggi. Senza contare che in molti non ce l’hanno fatta a completare i circa 2.000 chilometri e le sette tappe del “Panda Raid”, la corsa nel deserto del Marocco che, senza navigatori né altre tecnologie, mette ogni anno in sfida appassionati di motori e avventura di tutto il mondo, rigorosamente a bordo dei mitici modelli Fiat.

 

Tra di loro, appunto, anche i marchigiani Walter Lamponi, 25enne di Marina di Altidona, e Manuel Egidi, 29enne di Campofilone. Loro due, gli ImPandanati Racing Team, hanno portato a termine la corsa. Ed ora, sempre a bordo del fedele Pandino, stanno facendo ritorno a casa percorrendo altre centinaia di chilometri tra Africa e Spagna, prima di imbarcarsi per l’Italia.

Con le medaglie

 

«Essere arrivati all’arco del traguardo senza aver mai messo mano al motore ed alla meccanica della macchina, se non per qualche inezia, rappresenta per noi la prima vittoria», spiega Egidi nel tracciare bilancio di una settimana che difficilmente dimenticherà.

 

«Non avevamo chissà quale preparazione, siamo partiti con un’auto sì rialzata, ma abbiamo fatto tutto “alla buona” per il gusto di partecipare e nutrire la nostra passione per i motori -continua-. Resta la soddisfazione di aver ben figurato e di aver fatto dei buoni tempi, tra momenti belli e meno belli, fortunatamente risolti. Come dico sempre dall’inizio, abbiamo vissuto un’esperienza senza uguali, in posti spettacolari che puoi immaginare solo quando li vivi veramente. Al tempo stesso, si è trattato di una sfida con noi stessi e con una macchina che solo apparentemente sembra darti poco: in realtà mai come stavolta abbiamo capito che la Panda può tutto!».

 

Non che di vicissitudini non ce ne siano state in questi sette giorni di sterrati, sabbia, pietre, salite e percorsi in grado di mettere a dura prova anche le vetture più avvezze. Anzi. Cerchi piegati, scarichi persi per strada ma nessuna rottura, come detto.

 

«Tra le cose più belle che ricorderò metto l’ambiente che c’è qui al “Panda Raid“, sia per quanto riguarda i luoghi sia per le persone e l’organizzazione, un’unità che ha fatto sì che nelle difficoltà ci si aiutasse a vicenda tra tutti i partecipanti -va avanti Egidi-. Tra i momenti meno piacevoli, oltre ai problemi fisici avuti da Walter durante una tappa, quando ho temuto davvero che stesse per svenire in macchina, ci metto un tratto di percorso in salita laterale: lì per lì  non ci ho pensato minimamente, ho dato giù di gas e sono salito sopra, ripensandoci dopo mi tremavano le braccia, perché stavamo appesi sia di muso che lateralmente. Il giorno dopo abbiamo saputo che proprio in quel tratto qualcuno si era ribaltato».

 

Ora, con il viaggio ancora in corso e con l’adrenalina che scorre, sembra una considerazione prematura, ma avendo imparato un po’ a conoscere questi ragazzi l’impressione è che in pentola possa bollire sempre qualcosa. Progetti, sfide, corse e, perché no, altre imprese del genere.

 

«La grinta c’è e se capitano altre occasioni ben volentieri, tanto la malattia dei motori ce l’abbiamo nel dna, inutile negarlo -scherza Egidi-. Sarebbe interessante cimentarsi con un tracciato con più sabbia e meno massi, penso ad esempio al “Tunisia Challenge(altra corsa a tappe nel deserto, ndr). Qui al “Panda Raid” abbiamo fatto parecchia roccia, ma comunque è una gara che merita, soprattutto se affrontata in modo allegro, anche perché alla fine sai che la macchina più di tanto non può dare, però va sempre, eccome se va».

 

In Panda nel deserto, alla corsa speciale anche due ragazzi marchigiani

“Panda Raid”, l’avventura nel deserto di Manuel e Walter: «Emozione indescrivibile» (Video e foto)

 


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