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Castel Trosino, il paese dell’amore

ASCOLI - La prima tappa di "MarcheStorie" fa registrare tre sold out nel primo weekend di settembre. Un borgo incantato, che ha visto nascere la Compagnia dei Folli, cornice ideale e intima per celebrare l’amore in tutte le sue declinazioni
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di Walter Luzi

 

A Castel Trosino la parola d’ordine è Amore. Non poteva avere inizio migliore la terza edizione del Festival MarcheStorie, ideato e organizzato dalla Fondazione Marche Cultura e dall’Amat. Una iniziativa di promozione della Regione che coinvolge cinquantadue comuni marchigiani. Quello di Ascoli ha sposato subito il progetto della Compagnia dei Folli, che proprio nel borgo medievale arroccato a strapiombo sul Castellano mosse i suoi primi passi, trentanove anni fa, verso la fama internazionale. Qui più che mai, a casa loro, da sempre, i Folli non sbagliano un colpo. Tre serate, nei primi giorni di settembre, tre sold out.

 

Il borgo di Castel Trosino

Il piccolo gioiello che stregò anche i Longobardi milleseicento anni fa, non poteva, per ragione di sicurezza, contenerne di più. Spettacolo gratuito, ma prenotazione obbligatoria. Per i tanti ritardatari arrivederci al prossimo spettacolo. “La regina, il cavalier, l’arme e l’amore” trae spunto dalla leggenda che narra dell’amore impossibile nato fra il Re Manfredi e la regina del castello. Un gossip in realtà tutto da provare, ma input prezioso, ideale, per il viaggio nel sentimento che muove il mondo, fra suggestioni magiche e scanzonate rappresentazioni, sospeso fra musica, cinema e teatro. Rose in omaggio per tutte le donne già prima che il grande portone di ingresso sotto l’arco in pietra si aprisse al pubblico in coda. Però. Le destinatarie stentano ancora a crederci a questo gesto di altri tempi.

 

La parola d’ordine è amore. Un silenzio rispettoso e carico di attese accompagna le performances. Gli applausi le chiudono. Una Beatrice spiritosa e pragmatica, nata da un testo di Stefano Benni, apre la carrellata fra le mura in pietra delle antiche case del borgo, rivelando scorci e angoli inediti. Poche le cicatrici visibili dell’ultimo terremoto, ma lo spirito della manifestazione vuole anche, soprattutto, tornare a far rivivere i piccoli centri del cratere. Con le loro storie e le loro leggende. Le loro peculiarità e i loro tesori sconosciuti.

 

Le note immortali del maestro Ennio Morricone sono colonna sonora ricorrente. I giochi giovanili del corteggiamento e dell’innamoramento hanno sei voci prima di proseguire il tour che, come una processione, tocca e sosta in ogni piazzetta. Irrompono i trampoli sulla scena per far sgranare gli occhi ai tanti bambini presenti. Riescono anche a danzare in coppia da lì sopra i Folli, mentre la voce del tenore Giovanni Vitelli scalda i cuori con melodie da occhi a cuoricino. L’ambiente è intimo, in spazi ridotti si sta più vicini. Il clima è affettuoso, quasi famigliare. Si entra nel vivo.

 

Il tempo di declamare qualche verso d’amore dalla loggia medievale e poi tutti col naso all’insù. L’equilibrista Davide Spaccasassi tiene tutti in ansia,  per qualche minuto, inseguito mentre cammina sul cavo teso solo dall’occhio di bue, mentre raggiunge la finestra della sua bella in trepidante attesa. Parodia di ogni unione sentimentale, che si alimenta, inevitabilmente, anche di timori, ansie, brividi e batticuore. Chiudono, a suon di bis da parte del pubblico, i Concertino Burro e Salvia. Repertorio retrò quello della band dorica che va dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Una vera chicca. Brani che tutti i più anziani riconoscono subito, che appartengono alla storia, e alla grande tradizione musicale italiana. Motivetti orecchiabili, dai testi semplici scritti in anni difficili.

 

Parole essenziali di autori straordinari che parlavano di grandi amori e ardenti passioni. Ritornelli brillanti, ma commuoventi per il loro candore, che, oggi, potrebbero anche far sorridere. Come il buon gusto, le buone maniere e i buoni sentimenti. Così sempre più tristemente desueti al giorno d’oggi. Dove anche Cupido stenta parecchio ormai a trovare bersagli adatti per le sue frecce.

 

 

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