Fabio Urbinati e Antimo Di Francesco
di Benedetto Marinangeli
«Il progetto di Gas Plus non si può fare più, servirebbe una proroga del Ministero dell’ Ambiente». Testi e musica di Fabio Urbinati, capogruppo consiliare in Regione del Partito Democratico. Il motivo è presto detto. «Nel documento di risposta che il Ministero ha inviato alla Regione Marche – spiega l’esponente democrat – dopo il parere positivo alla Valutazione Impatto Ambientale c’è scritto che il progetto andava concluso entro giugno 2019. Solo con una proroga del Ministero dell’ambiente potrebbe oggi essere ripreso in considerazione Chiederemo quindi che il ministro pentastellato Sergio Costa non dia questa proroga. Ed in tal senso chiediamo l’apporto concreto di tutti i parlamentari del Piceno e dei Cinquestelle».
Urbinati fa anche un excursus storico sul progetto dello stoccaggio gas in zona Agraria. «In quel periodo l’amministrazione Gaspari aveva la responsabilità del governo della città. Da subito si crearono due fazioni, sì e no. Il Pd disse subito che dovevamo capire bene tutta la situazione e decise di fare scegliere a tutte le forze in campo contrarie, fra cui i Cinquestelle, se poteva essere un rischio o un’opportunità per il territorio. Decidemmo così di avere un parere terzo con lo studio che fu fatto da Terre.it spin off dell’ Università di Camerino. Si evidenziò che San Benedetto poteva fare a meno di quel progetto. Furono così presentati dati ben precisi che poi furono ripresi anche dalla Regione Marche. Su nostra spinta, dei comitati dei cittadini e delle altre amministrazioni interessate, la giunta Spacca disse che avrebbe dato parere negativo. Il tutto con un po’ di imbarazzo perché il bando lo portava avanti il Ministero. Gli uffici allo stesso tempo portarono avanti quasi obbligatoriamente il progetto proprio perché gli atti provenivano dagli uffici di Roma, dando così l’ autorizzazione per la Valutazione Impatto Ambientale ad un bando che Gas Plus aveva vinto».
Fabio Urbinati prosegue così la sua ricostruzione. «In quel periodo però – aggiunge il consigliere regionale del Pd – ci muovemmo anche grazie allo studio di Terre.it e sull’autorizzazione di Via, la Regione caricò una serie di prescrizioni pesanti al progetto basate sullo studio dell’ Università di Camerino. A quel punto io e Peppe Giorgini (appena eletto con lui in Regione nel 2016, ndr) facemmo un atto, firmato dal consiglio regionale ad inizio mandato della giunta Ceriscioli in cui si impegnava la stessa giunta a negare ogni tipo di intesa con Gas Plus. Nel frattempo la Gas de France esce dal progetto e senza l’azienda di riferimento più grande è difficile che da sola Gas Plus riesca ad andare avanti. Ad oggi – conclude Urbinati – non c’è più la possibilità che il progetto venga fatto».
«Sul tema dello stoccaggio gas – afferma Antimo Di Francesco, capogruppo consiliare del Partito Democratico – non abbiamo mai abbassato la guardia, tenendo sempre una posizione contraria. L’atto del consiglio regionale è stato fondamentale. Il progetto presentava dei grandi rischi che il terremoto del 2016 ha accentuato. Adesso ancor di più un progetto del genere non ha senso di esistere. Altro rilievo è che San Benedetto è una città turistica, la più importante delle Marche e un progetto di questo tipo sarebbe un grosso danno di immagine. Adesso dobbiamo continuare a lottare con la stessa determinazione ed anche se la situazione ci può far stare sicuri, la guardia va tenuta alta. In tal senso è fondamentale la convergenza di tutte le parti politiche e dei rappresentanti del Piceno in Parlamento oltre che dagli altri livelli locali della politica come Comune e Regione».
Sul fatto che in alcuni momenti è sembrato che il Partito Democratico fosse favorevole al progetto dello stoccaggio gas, Urbinati e Di Francesco rispondono lapidari: «C’è stata strumentalizzazione da parte di chi voleva attribuire a noi la responsabilità di questo progetto ma non era rispondente al vero. Noi non abbiamo detto solo no, ma abbiamo portato anche la documentazione che testimonia il nostro diniego. Chi amministra sa che se vuoi opporti a un progetto, devi farlo producendo atti con dati reali e precisi sul campo scientifico. Stare al Governo è diverso, in quel periodo invece c’erano movimenti e forze d’opposizione che dicevano solo no a priori senza documentare le ragioni di quel no. Noi invece le ragioni del no le abbiamo scritte e documentate e sono state decisive per questo esito».
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