di Luca Capponi
Direttamente dal settimo pianeta del sistema solare. Ecco “Urano“, il debutto degli Emera. Il duo ascolano formato Marco Piccioni e Paolo Travaglini esordisce con un disco composto da nove tracce, frutto del percorso artistico partito un anno e mezzo fa. Giusto per sgomberare subito il campo: trattasi di opera pop molto interessante, ben suonata, variegata il giusto, che descrive efficacemente il potenziale dei ragazzi anche a livello di testi. Già, perché occorre tenere a mente che entrambi vantano dalla loro una verdissima età: classe 1999 Piccioni, di un anno più “anziano” Travaglini. Visti i tempi, ben vengano giovani che anziché stazionare solo sul versante cove ci provano tirando fuori roba propria.
Altro punto di forza di “Urano”: i due mostrano un’affinità non indifferente, come se la voce e tutto il resto fossero un’entità unica che dà corpo ad un album che sembra avere bene chiara la direzione, nonostante tutto. Insomma, l’alchimia appare frutto di un’intesa davvero propizia, e su questo gioca sicuramente il fatto che Marco e Paolo si conoscano sin da bambini, essendo cugini, e che abbiano sempre respirato musica grazie alle rispettive famiglie.
Tra cambi di ritmo e ballate, si alternano pezzi freschi come “Scarabocchi” e la movimentata “Terra dentro l’anima“, dove appare la collaborazione di Piotr, e quello che probabilmente è l’episodio più interessante, ovvero “30/2”. Nella tracklist anche il singolo “Senza rischiare mai“, da cui è stato estratto un videoclip girato tra le cento torri.
Nei credits di “Urano” ecco Simone “Fin” Marcucci – batterista e co-produttore di alcuni pezzi – e Andrea Brutti al basso. La produzione e la registrazione arrivano dal Musicandia Vintage Studio, mentre il mastering è avvenuto all’Eleven Studio di Andrea “Bernie” De Bernardi. A livello grafico hanno collaborato Alessandro Paoletti e Daniele Riccitelli del NotFound Studio e il fotografo Alessio Panichi.
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