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Caos vaccini Angelini:
«Clamore per nulla» 
«Venerdì tocca ai sanitari
liberi professionisti»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il direttore del Sisp fa il punto della situazione in Area Vasta 5, dopo che i Nas hanno chiesto di visionare gli elenchi delle persone vaccinate, per presunte irregolarità. «Somministrazioni tracciabili» «Ecco come dobbiamo regolarci con le dosi a disposizione»
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Claudio Angelini mentre si sottopone a vaccino

di Maria Nerina Galiè

«Tanto clamore per nulla», è questo il commento – lapidario – del dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5, a quanto sta accadendo sul fronte vaccini, baluardo nella lotta al Covid.

Intanto però oggi, 2 febbraio, è arrivata puntuale la solita fornitura settimanale di 195 flaconi di Pfizer (6 dosi ciascuno). La scorsa settimana ne sono arrivati 390, il doppio.

E l’altra anticipazione da parte del direttore del Sisp: «Venerdì e per tutto il fine settimana somministreremo la prima dose ai liberi professionisti che operano nel campo della sanità convenzionata o privata». 

Ma andiamo con ordine.

IL SEQUESTRO DELLA DOCUMENTAZIONE – E’ di qualche giorno fa la lettera/denuncia dell’Ordine dei Medici della provincia di Ascoli di presunte somministrazioni inappropriate dell’ambito farmaco. Inappropriate perché iniettate a persone che non erano nella lista delle priorità stabilite dalla Regione Marche (leggi qui).

Alla lettera ha fatto seguito il sequestro, da parte dei Carabinieri del Nas, della documentazione relativa alle sedute vaccinali del 2 e 3 gennaio (leggi qui).

Il dottor Angelini:  «Più che sequestrato, direi che i Nas hanno chiesto – e lo hanno fatto in tutte le Aree Vaste – di visionare gli elenchi, per altro tutti tracciabili sull’apposita piattaforma che si chiama “Poste” (di Poste Italiane, ndr) attraverso la quale comunichiamo all’Asur l’accettazione degli utenti da vaccinare e la conferma di avvenuta vaccinazione. 

Questa piattaforma è operativa dal 9 gennaio. Gli elenchi delle sedute precedenti, cioè quelle del 27 e 31 dicembre e del 2 e 3 gennaio, venivano inviate all’Asur alle 18,30 di ogni sera. Le stesse sono poi state inserite su “Poste”».

E’ possibile che nella conta sia “sfuggito” qualche nome di persona che ha ricevuto il farmaco?

«Secondo una mia considerazione personale la risposta è “no”. Le dosi a disposizione sono state utilizzate tutte ed in modo tracciabile, lo ripeto. Se qualcuno è riuscito ad aggirare il sistema, non so davvero quale strategia possa aver utilizzato»

«Da chiarire inoltreaggiunge il direttore del Sispche comunque non si tratterebbe di un reato. Il vaccino è per tutti. Ci sono delle tempistiche, date dalla Regione. Questo sì. Ma ripeto, non siamo di fronte ad un indagine per reato.

Non solo, c’è una recentissima nota esplicativa dell’Asur su come comportarci se “avanza” una dose durante i richiami».

Poi entra nel merito.

«Ogni flacone si ricostituisce in 6 dosi da somministrare. E deve essere fatto nel giro di 3-4 ore. Può capitare che i prenotati non siamo multiplo di 6 perchè all’ultimo momento qualcuno non si presenta. In questo caso siamo tenuti a ricercare nell’ambito della stessa struttura chi altro ha fatto il vaccino 21 giorni prima. Se non c’è, dobbiamo passare ad altri operatori nella stessa condizione, poi alle persone fragili e agli ultra ottantenni».

Dotto Angelini, nell’Area Vasta 5 sono state rispettate le priorità?

«Si. Partendo dal personale dipendente di Area Vasta 5 e da quelli maggiormente a rischio biologico, come riportano le linee guida. Rischio che è considerato anche in capo al personale addetto alle pulizie negli ospedali, tanto per capirci. E così è stato fatto»

VACCINI A LIBERI PROFESSIONISTI – Odontoiatri, fisioterapisti, farmacisti, medici, tutti coloro che operano nel campo della Sanità convenzionata e privata, sono stati inseriti nella fase 1 del piano vaccinale regionale. Se ne sono prenotati oltre 1.000 da tempo. Hanno atteso tanto da esasperarsi fino a gridare all’illecito.

Angelini: «Iniziamo venerdì e andremo avanti nel fine settimana. Ne possiamo vaccinare però in numero pari alla metà delle dosi che abbiamo a disposizione».

In che senso?

«Non abbiamo la certezza di quante dosi avremo da qui a 21 giorni (il limite per il richiamo, ndr) e quando, ma solo di quelle che abbiamo al momento. Se venerdì avrò 1.000 dosi, potrò somministrarne 500 come prima iniezione. Altre 500 devo tenerle da parte. Altrimenti cosa inietto dopo tre settimane nella malaugurata ipotesi che non verremo riforniti? E’ questo il meccanismo che regola il calendario dei vaccini, sempre seguendo le indicazioni regionali».

Il dottor Angelini tiene a precisare che la dinamica dei vaccini al momento è in continua evoluzione. Ogni giorno il quadro può cambiare, in base a nuove norme ma soprattutto alla quantità di farmaco distribuita.

Il Moderna tarda ad arrivare. «Da piano attuale dovrebbe essere gestito dai Distretti Sanitari con i medici di medicina generale. Dovrà, penso, essere fatto un accordo economico tra la Regione e i medici di famiglia. Il Moderna, quel poco che è arrivato, è stato destinato alle poche Rsa e residenze protette rimaste. Poi però ci saranno gli ultraottantenni». Così conclude il direttore del Servizio prevenzione, con la titubanza di chi sa che “domani” le indicazioni potrebbero essere diverse.

 

 



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