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Adelio Moro,
bandiera bianconera:
«Sono sicuro, l’Ascoli si salverà»

SERIE B - Lo storico capitano ha compiuto 70 anni e segue sempre la sua ex squadra, di cui è grande tifoso: «Mi auguro di venire al Del Duca per vedere una partita di Serie A, ma per salire servono continuità con l’allenatore e puntare sui giovani»
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Adelio Moro due anni fa al “Del Duca”

di Andrea Ferretti

«Ascoli sempre nel mio cuore, faccio il tifo affinchè resti in B e mi auguro di venire al “Del Duca” per una partita dei bianconeri in Serie A».

E’ il “telegramma” che arriva da Adelio Moro, un pezzo grosso così della storia dell’Ascoli, capitano e bandiera del Picchio negli anni d’oro, uno dei protagonisti della conquista del quarto posto del 1980 in Serie A, che resta l’apice di una storia iniziata nel 1898.

Adelio, che l’ultima volta è stato ad Ascoli quando gli venne assegnato il “Premio Costantino Rozzi”, ha appena compiuto 70 anni. E’ stato sommerso da messaggi di auguri da parte dei tifosi dell’Ascoli.

«Non ho fatto in tempo a rispondere a tutti, e approfitto di Cronache Picene per ringraziare tutte le persone che da Ascoli, ma non solo, mi hanno fatto gli auguri con parole che ogni volta mi toccano nel profondo».

Adelio segue sempre l’Ascoli, è informatissimo. «Vedo tutte le partite e so che la situazione è difficile, ma ho anche visto una quadra che sta bene fisicamente e, dopo gli ultimi risultati, anche moralmente. Ho visto un gruppo che riesca a dare il meglio quando affronta squadre forti, che puntano alla Serie A diretta come il Lecce. Mi auguro che la squadra riesca a tirare fuori il massimo nelle restanti cinque partite, a cominciare proprio da questa con la Spal».

Capitolo allenatore. Qui arriva una tiratina d’orecchi da parte di Moro. «Serve continuità, e per trovarla bisogna che si punti su un allenatore. Con Sottil mi sembra che la società abbia fatto la scelta migliore, ma in precedenza sono stati commessi diversi errori, ne sono stati cambiari troppi in questi ultimi due anni. L’errore più grave, secondo me, lo scorso anno quando si è perso Paolo Zanetti, giovane e bravo. La scelta giusta era stata fatta, ma poi è andata come è andata. Ma sono fiducioso di quello che sta facendo Sottil che è stato bravo a toccare le corde giuste. Con lui, ogni volta, l’Ascoli se la gioca».

La retrocessione diretta è un incubo che, dopo le ultime gare, sembra essersi allontanato. «In queste ultime giornate possono accadere tante cose, alla peggio sono convinto che la squadra si salverà ai playout. Ascoli è una piazza che conosco molto bene, che merita come minimo la B. Ma bisogna puntare per prima cosa sull’allenatore, e poi sui giovani, perchè è solo così che si può tornare in A. E’ possibile ripercorrere quello che facemmo noi quando arrivammo addirittura nei primi posti del massimo campionato».

Oltre all’Ascoli, nel cuore di Adelio c’è anche l’Atalanta. «Sono bergamasco, è ovvio, anche se ho grandi ricordi dell’Inter dove ho giocato e poi lavorato fino allo scorso anno. Ma tifo anche Ascoli e spero di poter assistere ad una sfida tra Atalanta e Ascoli».

Il consiglio finale di Moro per l’Ascoli è come una ricetta. «Prima la salvezza, poi la conferma dell’allenatore, quindi puntare sui giovani».

Quando gli venne assegnato il “Premio Costantino Rozzi” a Palazzo dei Capitani


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