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Dal Covid, una lezione per la gestione di eventuali pandemie influenzali

SANITA' -  Anche in Area Vasta 5 è stato istituito il Comitato pandemico, come da direttive regionali. Il referente è Claudio Angelini. Il Piano nazionale risale al 2006, nel 2009 è stato reso operativo H1N1, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza da parte dell'Oms. La revisione dal 2020. Ecco gli obiettivi   
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Claudio Angelini, Giancarlo Viviani, Maria Rosa La Rocca, Maria Teresa Nespeca, Giovanna Picciotti, Carlo Marinucci

 

di Maria Nerina Galiè

Le pandemie influenzali hanno messo in allerta il Sistema sanitario nazionale da anni. Ma nessuna ha avuto gli effetti del Covid che, pertanto, ha fatto scuola nella risposta ad altri eventi che potrebbero interessare l’intera popolazione, gettando le basi per la rimodulazione del “Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una Pandemia influenzale”.

L’ultimo atto, la costituzione di un Comitato Pandemico anche nell’Area Vasta 5, in ottemperanza alle direttive di Regione Marche e Asur, risalenti a febbraio 2022.

Ecco chi ne fa parte, dalla determina firmata dal direttore Massimo Esposito dell11 aprile.

Referente del gruppo Cpav nel Piceno Claudio Angelini direttore del Dipartimento di prevenzione e del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5. “I referenti dei Cpav vengono convocati dal Comitato Pandemico Regionale per coordinare l’attuazione dei piani territoriali e la gestione delle eventuali emergenze di natura assistenziale.

In Area Vasta 5 poi ci sono Giancarlo Viviani direttore del presidio unico ospedalieri, le direttrici dei Distretti Sanitari di Ascoli e San Benedetto Giovanna Picciotti  e Maria Teresa Nespeca, Giuseppe Acquaviva responsabile del Servizio prevenzione e protezione (Rspp), Pierluigi Lucadei (medico competente), Marco Canaletti dirigente Area ATL, Carlo Marinucci direttore del Dipartimento dei servizi (con funzione di referente per le attività diagnostiche), Cristina Capretti dirigente analista (con funzione di Referente dati e flussi informativi), Maria Rosa La Rocca dirigente professioni sanitarie (con funzione di Referente per gli operatori sanitari), Pasqualino Sforza (Referente medici di medicina generale), Maria Valeria Speca (referente pediatri di libera scelta), Claudio Sorgi (referente per la Formazione).

 

Risale al 2006 “Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una Pandemia influenzale”, con l’istituzione del Comitato Pandemico Regionale (Cpr), sottogruppo tematico del Gruppo Operativo Regionale Emergenze (Gores) con il mandato di coordinare le attività di preparazione alla pandemia influenzale. Nel 2007 la Regione Marche ha approvato il “Piano di preparazione e controllo di una pandemia influenzale”, rendendolo operativo nel 2009, in risposta alla dichiarazione, da parte dell’Oms, dello “stato di pandemia, causata dal sottotipo H1N1 del virus dell’influenza A”.

Poi è arrivato il Covid: il 30 gennaio 2020, sempre “l’Oms ha dichiarato lo stato di pandemia dovuto alla diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2. In questo ambito emergenziale si è ritenuto utile procedere con la revisione del Piano Pandemico Regionale, per focalizzare le azioni da mettere in atto sul territorio regionale per fronteggiare eventuali emergenze da agenti biologici”.
Ed è stato proprio sulla scorta della “recente esperienza di contrasto alla pandemia che la Regione Marche, ad agosto del 2020 ha provveduto all’aggiornamento del Piano Pandemico Regionale , che rappresentava un
possibile strumento operativo per affrontare pandemie da agenti biologici, con particolare riferimento a quelli
respiratori. A ottobre 2021 la regione ha approvato le “Misure strategiche  con la definizione di interventi specifici per il controllo della curva epidemica della pandemia Covid-19 e la gestione delle necessità assistenziali emergenti nel periodo autunno-inverno”.

A gennaio 2021 è stato sancito l’Accordo Stato Regioni Province Autonome sul documento “Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu2021-2023)”.

Pur essendo un piano pandemico specifico per l’influenza, esso prevede molteplici azioni di preparedness trasversali che potranno essere usate per la risposta ad altri agenti patogeni emergenti e, specularmente, le lezioni apprese nella risposta alla pandemia di COVID-19 potranno confluire nella predisposizione degli adempimenti del Piano.

 

L’obiettivo generale del Piano Pandemico è rafforzare la preparedness nella risposta ad una futura pandemia influenzale in modo da proteggere la popolazione, riducendo il più possibile il potenziale numero di casi e quindi di vittime; tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nell’emergenza, ridurre l’impatto della pandemia influenzale sui servizi sanitari e sociali e assicurare il mantenimento dei servizi essenziali; preservare il funzionamento della società e le attività economiche. 

 

 



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