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Sisma, Borraccini: «Adeguamento prezzi necessario anche per i lavori sulle strade»

L'ALLARME è lanciato dal vice presidente della Provincia di Ascoli, con delega alla Ricostruzione, che pure plaude alla nuova ordinanza Legnini: «I cantieri della viabilità si sono fermati. In alcuni casi le tariffe sono quelle del 2019». Un esempio: il ponte di Rotella
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Nel riquadro, il sindaco di Rotella Giovanni Borraccini

 

Dall’ultima ordinanza del Commissario Giovanni Legnini è arrivata una boccata d’ossigeno per i cantieri della ricostruzione, pubblici e privati: possono ripartire grazie all’incremento del contributo (20-25%), altrimenti destinati a fermarsi per il caro prezzi che sembra non avere limiti.

Ma manca ancora un altro tassello per guardare al futuro con ottimismo: sbloccare i lavori legati alla viabilità. A dirlo è Giovanni Borraccini, vice presidente della Provincia di Ascoli, con delega alla Ricostruzione, e sindaco di Rotella.

 

«L’ordinanza del Commissario – sono le parole di Giovanni Borraccini – è di fondamentale importanza, per la rinascita dei territori colpiti dal sisma. La stessa inoltre prevede ulteriori step, nel tempo, in caso di nuovi incrementi dei prezzi.

 

Non è accaduta, però, la stessa cosa per i danni alle strade, comunali, provinciali e dell’Anas, che si sta occupando dei lavori.

Si tratta – continua il vice presidente della Provincia – di strade e ponti, danneggiati dal terremoto e dai quali, paradossalmente, dipende la vera ripresa di tante piccole realtà.
Queste rischiano di rimanere escluse dai grandi centri, proprio per il disagio degli spostamenti.
I più colpiti sono i residenti, spinti pertanto ad andarsene.
Ma la difficoltà a raggiungere alcune zone scoraggia anche i flussi turistici e le rende meno attrattive per investimenti di tipo commerciale o industriale».

 

Il ponte di Rotella è uno degli esempi più lampanti: chiuso da subito dopo il sisma, non sembra destinato a diventare a breve oggetto dell’intervento necessario per la riapertura.

 

«A causa dei rincari,  i cantieri dell’Anas si sono fermati.
Il loro prezzario – continua Borraccini – non è più adeguato. In alcuni casi, risale addirittura al 2019. Altra epoca Ne sono accadute di cose nel frattempo.
Oggi, rispetto solo a qualche settimana fa, si parla di aumento dei costi pari al 150% per il ferro, del 45% per il cemento 45%,  del 70% sui laterizi 70%, del 50% sugli infissi in pvc, dell’80% sul legno.

Far ripartire i lavori sulle strade è indispensabile. E la misura, lungimirante, adottata dal Commissario Legnini per i cantieri della ricostruzione degli edifici, deve necessariamente e pariteticamente essere estesa alle opere sulla viabilità.
Quindi non solo un aumento per i lavori ancora da affidare, ma anche ai lavori in corso che sono fermi .

Se non si adeguano i prezzi anche in questo settore, con le ditte resta ferma la vita e l’economia di intere aree del cratere»



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