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Firmato l’accordo sul nuovo ospedale senza la Provincia, Acquaroli: «Noi andiamo avanti»

SAN BENEDETTO - Il presidente delle Marche ha messo in chiaro la posizione regionale sull'assenza di Palazzo San Filippo: «Se l’ospedale va fatto a San Benedetto noi parliamo con l’istituzione della città in cui va realizzato»
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Nicoletta Natalini, Filippo Saltamartini, Antonio Spazzafumo, Francesco Acquaroli, Francesco Baldelli e Andrea Maria Antonini

 

di Giuseppe Di Marco

 

Il Comune di San Benedetto, la Regione Marche e l’Ast hanno firmato l’accordo di collaborazione per la realizzazione del nuovo ospedale. Grande assente la Provincia, ma Francesco Acquaroli stigmatizza: «E’ una sconfitta per le istituzioni, ma noi andiamo avanti».

 

Il presidente delle Marche, sull’assenza di Sergio Loggi e di qualsiasi altro rappresentante di Palazzo San Filippo, è stato piuttosto laconico: «Dal punto di vista istituzionale avremmo preferito altro. Evidentemente il presidente avrà valutato che la sua presenza non sarebbe stata necessaria. La Provincia era stata inserita nell’accordo per lo svolgimento delle sue mansioni, ma sono sicuro che farà quello che le compete. Questa è una sconfitta per le istituzioni, ma noi andiamo avanti. Se l’ospedale va fatto a San Benedetto noi parliamo con l’istituzione della città in cui va realizzato». L’ultimo passaggio si riferisce alla contestazione dello stesso Loggi, per il fatto che a monte dell’accordo non sia stato programmato un confronto con i sindaci del Piceno.

 

Il vertice regionale ha comunque espresso soddisfazione per il passo fatto di concerto con l’ente sanitario e rivierasco: «Questa è una giornata importante per l’intera regione – ha aggiunto Acquaroli – San Benedetto  è la città con la più alta densità abitativa delle Marche, è in prossimità di un altro territorio ed è il primo presidio che si incontra da sud. Essere in grado di dare servizi all’altezza diventa fondamentale per arginare la mobilità passiva e migliorare quella attiva. Nessuna struttura deve ritenersi in competizione con un’altra nello stesso sistema».

 

Uno degli aspetti considerati più problematici dell’iter è rappresentato dal Piano Sociosanitario, di cui ha ampiamente discettato Filippo Saltamartini: «Ci stiamo lavorando e dovrebbe essere licenziato entro la prossima settimana – ha spiegato l’assessore alla sanità – Il Piano è la fotografia del fabbisogno: contiene la domanda dei servizi sanitari a cui non dobbiamo dare esecuzione. Rispetto a quanto fatto da altri in passato siamo partiti dalla domanda, quindi siamo in grado di sapere esattamente di cosa ha bisogno questo territorio. Parliamo di dati certificati dal Ministero, quindi oggettivi, pertanto il percorso che abbiamo fatto può considerarsi ineccepibile. Il passaggio successivo sarà l’atto aziendale, con cui si dovrà garantire la soddisfazione dei servizi sanitari».

 

Sulla questione è tornato anche Antonio Spazzafumo: «Con la dottoressa Natalini – ha dichiarato il sindaco – attiveremo un dialogo molto serrato per apportare le nostre opinioni al Piano Sociosanitario. Sono fiducioso, perché noto che c’è una grande apertura da parte dell’Ast e della Regione. L’intelaiatura del Piano è buona, poi il resto può essere discusso». Il tema sarà causa di nuove controversie: si ricordi, in tal senso, che parte della minoranza ha contestato a più riprese la validità dei dati contenuti nel Piano.


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