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Vendita delle quote Hydrowatt e acquisto della Sato: il piano della Ciip spiegato dal direttore Giovanni Celani

ACQUA - La doppia operazione, spiegata nel dettaglio ai sindaci, con la partecipazione dei vertici della Cicli integrati ai Consigli comunali, dovrà essere approvata dall'assemblea dei sindaci del prossimo 6 maggio. Ecco intanto, cifre e modalità operative alla mano, cosa prevede
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di Maria Nerina Galiè

Vendita delle quote Hydrowatt e acquisto della totalità della Sato: sono queste le due iniziative che la Ciip spa intende portare avanti, previa approvazione definitiva dell’assemblea dei sindaci dei 59 Comuni piceni e fermani che ne fanno parte.

La data cruciale sarà quella del 6 maggio, quando appunto si riunirà l’assemblea per decretare se procedere o meno in tale direzione. Nel frattempo tutti i sindaci sono stati coinvolti nelle trattative, con la partecipazione dei vertici della società ai Consigli comunali. E dal territorio si leva qualche voce in disaccordo. Proprio oggi, 23 aprile, il “Tavolo piceno per l’Acqua Bene comune” esporrà il suo punto di vista sull’argomento.

Giovanni Celani

Ma intanto presidenza e direzione della Cicli integrati hanno predisposto la documentazione, dove nero su bianco vengono riportati i dati e le previsioni che rendono “strategiche” le operazioni «che sono – sottolinea Giovanni Celani, direttore generale della Ciip – concatenate. E ai documenti sono allegate perizie e stime di diversi consulenti anche di livello nazionale».

Nei piani, la Sato sarà acquistata con il ricavato della vendita delle quote Hydrowatt: 3,5 milioni di euro pagati in 5 rate annuali di 700.000 euro ciascuna. In ragione degli accordi, la Sato verrebbe a costare alla Ciip una somma che va da 3,3 milioni a 3,5 (2,7 milioni più l’utile del 2023) da pagare sempre in 5 rate annuali.

Il termine “strategiche”, trattandosi di un’azienda pubblica, deve però sottintendere un vantaggio per i cittadini serviti dalla società che gestisce il servizio idrico e che non riguarda solo il “conto pari” tra vendita e acquisto.

Maddalena Ciancaleoni

E’ quindi lo stesso direttore Celani a spiegare in cosa consiste la doppia operazione, pensata e avviata già ai tempi del presidente Giacinto Alati e portata avanti da Maddalena Ciancaleoni, che è subentrata nella carica.

HYDROWATT«La Ciip spa – afferma Celani – detiene il 40% delle quote della Hydrowatt, che produce energia elettrica. Il restante 60% è di “Epico”. E’ chiaro che, essendo soci di minoranza, non abbiamo troppa voce in capitolo. Ma soprattutto parliamo di una società che produce un utile (i dati sono del 2023) di nemmeno 60.000 euro l’anno.

La prima idea era stata quella di vendere il 40% in cambio delle 17 centraline elettriche che insistono sui nostri impianti. Ma quella trattativa non andò in porto.

C’è anche da dire che la Ciip, con la cessione delle quote, continuerà a percepire le “royalty” da parte di Hydrowatt, per “lo scomodo”, definiamolo così, sull’utilizzo delle nostre condotte e della stessa acqua. Parliamo di 170.000 euro l’anno che si continueranno a percepire».

E fin qui è chiara la posizione della Ciip spa.

SATO«La Sato srl – continua il direttore – si occupa di manutenzione delle condotte idriche, del metano e degli impianti elettrici pubblici. E dichiara un utile di 600.000 euro l’anno, che nelle nostre previsioni può raddoppiare.

Fino ad ora lavora per noi a seguito di gara, anche per piccole opere. Avendola in seno, cioè essendone la Ciip proprietaria e quindi i sindaci, si abbatterebbero i tempi ed i costi della gara d’appalto (laddove possibile).

Il prezzo continuerà ad essere oggetto di trattativa al ribasso e vedrà il vantaggio economico della Sato così come quello della Ciip (è stato stimato un risparmio di circa 2 milioni di euro). Ma possiamo dire che “resta tutto in casa”, da reinvestire sui Comuni e di conseguenza per i cittadini».

Ma non solo. Celani apre la porta anche ad altre possibilità: «La Ciip, come azienda pubblica, può prendere lavori extra fino al 20% del suo fatturato. La Sato quindi, per conto della Ciip, può portare avanti appalti in corso, alcuni importanti, per metano e impianti elettrici, può partecipare anche ad altri bandi fino al limite imposto dalla legge.

Ed non c’è alcun rischio, da parte nostra, di perdere l’affidamento in house, che resta garantito fino al 2040. Inoltre gli stessi Comuni, per la manutenzione degli impianti elettrici pubblici, possono avvalersi della “loro” società, preposta a svolgere proprio quel tipo di lavoro».

In che modo avverrebbe l’unione Ciip – Sato? 

Ancora il direttore generale: «Innanzitutto l’acquisto della Sato si sposa perfettamente con la nostra mission, che è quella di erogare acqua, mantenendo impianti e condotte in perfetta manutenzione o intervenendo nell’immediato in caso di problemi.

La Sato, poi, con i suoi 38 dipendenti, rimarrebbe autonoma. Cambierebbe la proprietà, sancita dall’ingresso di uno dei nostri funzionari nel consiglio di amministrazione. Questo è comunque argomento che sarà valutato dai sindaci».


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