Elezioni, la “ricetta” di Camela:
«Azienda ospedaliera Marche Sud
e terzo nosocomio per il Piceno»

ASCOLI - Il medico ascolano si candida in Regione con la lista "Il Centro con Mangialardi" a sostegno dello schieramento di centrosinistra: «Confido nel premio di maggioranza, recuperiamo i capannoni chiusi per l'agricoltura di alta qualità»
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Valeriano Camela (Foto Andrea Vagnoni)

di Renato Pierantozzi

“Un medico in Regione”. E’ lo slogan scelto dall’ascolano Valeriano Camela che si ricandida alle elezioni Regionali dopo il mandato svolto ad Ancona dal 2010 al 2015 e la mancata elezione di cinque anni pur con un bottino di oltre 1500 voti. 63 anni, sposato, padre di tre figli, medico responsabile dell’unità “Cure Adulti” dell’Area Vasta 5, Camela si candida con la lista “Il centro con Mangialardi

Dottor Camela, quali sono i suoi irrinunciabili valori etici e politici di riferimento?

«Diversamente dai nostri genitori, i nostri figli hanno conosciuto “pane e libertà” con i valori di una politica ispirata ai valori cristiani. Io mi ritrovo ancora pienamente in essi!»

I principali impegni programmatici per il Piceno sui quali intende concentrare la sua attività in Regione?

«Faccio mio il sogno di un amico con la sua affascinante idea di far pedalare il futuro del territorio Piceno su una bicicletta, con una ruota che gira sulla economia verde circolare e l’altra sull’uso del digitale. Recuperare le decine di capannoni chiusi ed abbandonati per la coltivazione in serre di prodotti agricoli di alta gamma da esportare in tutta Europa, significa guardare il mondo con almeno dieci anni di anticipo. Stimolo all’utilizzo dei Fondi Europei da parte delle imprese, previa adeguata e capillare pubblicizzazione dei bandi».

Il bene e il male della Giunta di centrosinistra uscente in relazione soprattutto al Piceno.

«Ha curato la grave crisi economica del 2008 con medicine tradizionali. I sussidi servono per avere voti, ma corrompono la visione del futuro. I genitori della mia generazione ci hanno insegnato che il bisogno aguzza l’ingegno. Non so se è mancato il coraggio o la fantasia. Probabilmente tutt’e due».

Valeriano Camela

Cosa cambierebbe nella politica economica e culturale della Regione?

«Sostituirei il silenzio che c’è tra scuola, università, ricerca e sistema produttivo con il fragore degli studenti nel sistema produttivo, soprattutto nei servizi, con l’abilità che hanno nell’utilizzo dei sistemi informatici».

In questa tornata elettorale ci sono stati vari cambi di casacca. Come giudica in generale chi passa da una squadra all’altra? Evoluzione o opportunismo?

«Se qualcuno mi spiega che differenza c’è tra una casacca e l’altra proverei a rispondere. In politica la differenza non la fa la casacca, ma quello che hai nel cuore e nella testa. Questi due valori li trovo più nella società civile che nella politica».

Ritiene che la Provincia di Ascoli sia ancora penalizzata rispetto ad altri territori delle Marche? Cosa promette in particolare al suo territorio?

«Non appartengo al partito dei piagnoni. So bene che il 90% del bilancio della Regione è destinato alla sanità e il resto alle attività produttive e culturali. Le regioni sono nate per programmare e mettere a fattor comune le energie umane e le risorse territoriali. Questa creatività politica manca da troppo tempo».

Qual è la sua ricetta per la sanità picena e marchigiana?

«Prevenzione ed educazione sanitaria ovunque possibile. In assenza di altre risorse via libera all’utilizzo del MES per modernizzare e potenziare le strutture di ricerca e cura e il miglior sviluppo possibile della rete di assistenza domiciliare e di comunità per anziani e disabili. Mi batto inoltre dal 2010 per la pari dignità del Piceno con la realizzazione dell’Azienda ospedaliera Marche Sud alla pari di Marche Nord e di Torrette, con il terzo ospedale di alta specializzazione nella Vallata del Tronto lasciando in vita quelli di Ascoli e San Benedetto».

Come è stata gestita dal presidente uscente Luca Ceriscioli l’emergenza sanitaria per il Covid 19 nelle Marche?

«E’ facile oggi dire che si sarebbe potuto fare meglio. Ritengo invece con tutta sincerità che Luca Ceriscioli abbia affrontato al meglio, con scelte coraggiose ed anche controcorrente, l’emergenza sanitaria per il Covid-19. In un contesto emotivo ed ambientale di tale aggressività è anche possibile commettere degli errori, ma sicuramente in buona fede e per il bene della comunità marchigiana».

Poco più di un anno fa sua figlia si è candidata ed è stata eletta al Comune con i 5 Stelle. Alle Regionali sosterrà lei o la lista di Mercorelli?

Eleonora Camela

«A casa mia, grazie a Dio, non c’è il “padre padrone”. Ognuno porta il suo mattone come crede per costruire la città di Dio e va rispettato. L’ultima parola è comunque sempre dei cittadini elettori».

Con quanti punti di vantaggio vincerà la sua coalizione? Per il candidato presidente del centrodestra Francesco Acquaroli può essere un handicap la partecipazione alla famosa cena fascista di Acquasanta?

«Nella vita bisogna vincere e non stravincere e noi vogliamo vincere senza umiliare l’avversario. Con Mangialardi ci sono tutte le condizioni di esperienza e di radicamento sul territorio di una classe dirigente non improvvisata per vincere. La cena di Acquasanta fa notizia, ma il qualunquismo politico sulla inesperienza amministrativa è peggiore, soprattutto dal Piceno fino a Pesaro».

Faccia un pronostico per la suddivisione dei 4 posti a disposizione nel Piceno.

«Porta iella!!  Scontato un seggio per il Pd, vedo il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega. I restanti 2 seggi possono andare a chiunque nel gioco dei resti regionali e chiedo il voto per uno di questi confidando nel premio di maggioranza con Mangialardi primo».



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