“Elenere”, brand ascolano alla conquista del mondo

ASCOLI - Inaugurazione in grande stile della nuova maison a Palazzo Morelli. Simone Mariani e la moglie Eleonora Leonori hanno accolto tantissimi amici, e operatori dell’alta gioielleria, arrivati per l’occasione da tutto il mondo. Quando anche il lusso può avere un’anima
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“Elenere”, brand ascolano alla conquista del mondo

 

di Walter Luzi

 

Welcome Elenere house. Benvenuti bella nuova casa di Elenere. Ad Ascoli Piceno, Italy. E il bilinguismo è d’obbligo. Metà degli invitati, infatti, non sono italiani. Sono volati qui, a Palazzo Morelli, a pochi passi dalla centralissima Piazza Arringo, per l’amicizia, prima che il business, che li lega a Simone Mariani ed Eleonora Leonori, da tutto il mondo.

Modelle in posa

 

Leonori è un nome importante dell’arte orafa e del vecchio, buon saper fare italiano, l’italian style, come lo hanno definito, e sempre apprezzato, all’estero. Radici a Forlì. Una attività familiare di pregiato artigianato in bottega, che diventa brand internazionale nel volgere di tre generazioni. Una crescita verticale che non ne snatura l’anima. Che poggia, anzi, proprio sulla solidità e profondità degli affetti della famiglia, e sui preziosi insegnamenti degli avi, il proprio successo.

 

È successo ad Eleonora che ben ha saputo raccogliere il testimone dei genitori, Cesare e Maria Rosa. È successo a Simone, entrato nella saga che discende da Archimede Sabelli. Unione di amore la loro, ma anche di spirito, e di intenti. Una bella favola scritta insieme. Giovani, belli, brillanti, e ricchi. Ma ricchi anche di umanità, di valori, di voglia di far bene, sempre. Innamorati del bello, ma anche del duro e lungo lavoro che serve per costruirlo.

 

È una bella favola la loro, lo abbiamo detto. Come questa serata fantastica, forse irripetibile, che regalano ai tanti friends volati qui in business class, anche con venti ore di fuso smaltiti presto dall’adrenalina di una vacanza in Italia. Da California e Francia, Singapore e Germania, Olanda e Filippine, fra le tate provenienze, fino ad Ascoli. Clienti, rivenditori e fornitori, diventati amici durante i loro lunghi viaggi di lavoro in giro per il mondo. Fin dentro il Palazzo Morelli, che torna, grazie a Simone ed Eleonora, agli antichi splendori. Con rispetto per la sua storia, e, come vedremo, anche per la sua anima.

Eleonora e Simone

 

Ci sono voluti anni e sacrifici per farlo tornare a vivere. Ma qui non si vogliono certo ostentare il lusso, il compiacimento e l’auto celebrazione delle, pur enormi, capacità necessarie al compimento di certe grandi opere, o la ricchezza. Si vuole condividere solo l’immensa gioia per un sogno che si è realizzato. Riuscire a trasmettere le suggestioni che li hanno spinti a creare tutto questo, la nuova casa di Elenere, che rappresenta anche, soprattutto, un luogo dell’anima per Eleonora e Simone.

 

Selve di telecamere e fotografi aspettano gli ospiti su un red carpet che non è dello stesso red di tanti altri appuntamenti mondani più leggeri. Ma di un rosso, sacrale, più solenne. Un altro segnale che rende sempre più eccitante la lunga attesa dell’evento. C’era scritto, in inglese, sugli inviti: immagini, suoni, sapori e sensazioni in un viaggio fra luci, materia ed emozioni. Promesse che saranno tutte mantenute.

Attesa accompagnata dalla suadente colonna sonora del djset. Scandita dai cin cin dei calici di prosecco stretti in ogni mano, pronti sempre al brindisi con i padroni di casa, e dai vassoi di prelibati manicaretti che, dalla cucina, incessantemente, vanno, vuoti, e vengono, ricolmi. Scelta di ricette semplici, anche qui, tradizionali, genuine, dal buon sapore antico. Non è un caso. Foto ricordo, che tutti vogliono fare insieme a Eleonora e Simone, come due vere celebrity, davanti al grande logo della casa. Che tutti, nell’attesa che monta, continuano a chiedersi cosa voglia rappresentare.

 

La magia si compie al secondo piano nobile. Nella penombra, sul fondo di quella che fu l’antica, altissima, cappella privata, si staglia i contorni del maestoso altare. Ecco cos’era il soggetto del logo. Fonte di ispirazione, ed emozione, per Eleonora e Simone. Si fa buio totale, e la sagoma dell’altare prende ad illuminarsi, e a cambiare i colori, gli effetti. Si anima persino, perdendo la sua sacra staticità, mentre musica e parole, potenti, narrano, in inglese e in italiano, della storia di quel luogo, e di una città. Entrambi magici. Sembrano risuonare ancora intorno sussurri e preghiere. Un capolavoro di modernissima tecnologia che dona nuova vita a colonne, decori e stucchi antichi.

Miscela di arte, storia, tradizione e nuova tecnologia, che sono proprie dell’arte orafa. Gioielli di pietre preziose che, oltre ad avere un prezzo, racchiudono in esse l’inestimabile valore di una tradizione tramandata, di conoscenze, esperienze e sensibilità non andate disperse. Di bellezza non fine a sé stessa, ma che può arrivare a toccare il cuore, e resistere allo scorrere degli anni. Come questo vecchio e imponente altare investito di giochi di luce, che restiamo a guardare a bocca aperta come bambini di fronte ad una meraviglia. Legno e cristalli lungo le piccole scale sospese e nascoste che portano ai piani superiori, con le musiche che ti inseguono ovunque e ti rapiscono anch’esse. Ora contemporanee, da discoteca, ora canzoni di un tempo, canticchiate, qualcuna, anche dai nostri nonni.

 

Magia di un mix che potrebbe funzionare sempre. Fatto di innovazione e tradizione, fra moderne strategie imprenditoriali ed etiche irrinunciabili, che possono conferire raffinatezza e grazia ad un gioiello artigianale, e dare spessore umano ad uno storytelling che non è, stavolta, forzatamente patinato come tanti. Agli ultimi piani di una salita verso le stelle, due artigiani maestri orafi sono chini su loro tavoli da lavoro, intenti, in diretta, sotto gli obiettivi dei telefonini perennemente spianati, a modellare gemme di ogni tipo, smeraldi e rubini, zaffiri e perle. Piccoli capolavori disegnati dal talento di Eleonora, direttrice artistica, audace e fantasiosa, da cinque anni dell’azienda di famiglia.

Dentro le bacheche di cristallo le ultime creazioni della casa a farsi desiderare. Altissime modelle sfoggiano monili degni del loro charme. Accoglienti angoli bar ricavati ai piani in piccoli locali attigui. Opere d’arte in quantità, appese incorniciate alle pareti. Il bello ovunque, al quale mai non si rinuncia, di cui è impregnata la nuova sede espositiva ascolana di Leonori. Che strappa alle numerose ospiti, internazionali e non, sempre gli stessi, ammirati, commenti fin sulla terrazza panoramica con vista su uno scorcio dei tetti di Ascoli, e il monte dell’Ascensione sullo sfondo. Simone Mariani, che ci ha abituati alle memorabili imprese, come quella, prima di questa, di far rivivere borghi spopolati delle nostre montagne, non poteva riuscire anche a spostare qualcuna della cento torri da quel lato della visuale.

 

Per fortuna. A quel punto, infatti, qualcuna delle sue ospiti, dopo tante emozioni, all’ultima experience dell’indimenticabile serata, alla veduta, sarebbe sicuramente svenuta. Pronunciando l’immancabile, ennesimo “Oh my god!…”.

 


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