Ninkovic è stato espulso prima dell’intervallo (Foto Edo)
di Bruno Ferretti
Un giorno di riposo in più per recuperare energie e smaltire la rabbia per la beffarda sconfitta di La Spezia. L’Ascoli riprenderà la preparazione mercoledì pomeriggio 17 aprile al “Picchio Village” in vista della partita contro il Venezia dell’ex Cosmi che si disputerà al “Del Duca” lunedì 22 in notturna. A La Spezia i bianconeri hanno incassato la decima sconfitta. Un ko a dir poco beffardo visto che sono andati al riposo in doppio vantaggio (0-2). Ma l’espulsione di Ninkovic, che ha scatenato non poche polemiche, ha costretto la squadra a giocare in dieci tutto il secondo tempo. E poi ha chiuso addirittura in nove per il rosso ad Addae nei minuti finali.
Nel mirino l’arbitro Manuel Volpi, nato a Città della Pieve (Perugia), iscritto alla sezione Aia di Arezzo, la città dell’ex arbitro Marcello Nicchi, attuale presidente nazionale dell’Aia, ovvero il gran capo dei “fischietti” italiani. E, guarda caso, Volpi, appena trentenne, ha già esordito in Serie A lo scorso febbraio in Chievo-Genoa (0-0) mentre fu proprio l’Ascoli a tenerlo a battesimo in B nella prima di campionato (Ascoli-Cosenza 1-1). Nonostante le amare, negative considerazioni dei bianconeri, insomma, l’arbitro Volpi sembra avviato verso una carriera importante.
Inferiorità numerica a parte, è anche vero che nella ripresa l’Ascoli avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di più per gestire il vantaggio e difendere la vittoria che all’intervallo sembrava in cassaforte. La discutibile espulsione di Ninkovic é stata, senza alcun dubbio, un duro colpo ma l’Ascoli si è disunito, concedendo troppi spazi agli avversari. Le parate di Lanni e alcuni clamorosi errori dei liguri in fase conclusiva hanno evitato un passivo peggiore. Senza dimenticare le due traverse colpite dallo Spezia.
Al “Picco”, come già accaduto in passato, si è visto un Ascoli dai due volti, assai diversi fra loro. Squadra compatta, concreta, determinata nei primi 45 minuti. Timorosa e confusa nella ripresa, incapace di contenere, o almeno limitare, la reazione dell’avversario. I bianconeri hanno smesso di giocare, ed é stato un grave errore: lo conferma l’orgogliosa reazione nel recupero quando, in nove contro undici, hanno sfiorato il pareggio con il colpo di testa di Brosco. È mancata la necessaria personalità, un limite che nel corso del campionato ha impedito alla squadra di Vivarini di compiere il salto di qualità.
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