APP, oasi di meraviglia
La bellezza trova casa
tra le cento torri

ASCOLI - Alla sua quarte edizione il festival itinerante voluto da Amat e Comune si è imposto come punto di riferimento nazionale. In 3.000 hanno seguito una proposta di gran gusto; dal tributo al leggendario cantautore inglese Nick Drake ai deliri del mondo d'oggi di Babilonia Teatri. Una manifestazione che merita di proseguire in futuro
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Roberto Angelini nel tributo a Nick Drake

di Luca Capponi 

Partiamo dalla fine. E poco importa se sono già passati alcuni giorni. Riavvolgiamo il nastro ed eccoci sul palco del Teatro Filarmonici, dove Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo suonano e raccontano la leggenda del grande Nick Drake. Pubblico attento, composto, rapito dalla storia del giovane artista inglese entrato presto nel mito (morì nel 1974 a soli 26 anni), la cui statura è restituita al meglio dal cantautore/chitarrista romano e dal violinista degli Afterhours di Manuel Agnelli: atmosfera intima e magica, un viaggio etereo e sfuggente che rapisce anche lo spettatore che di Drake nulla o poco sa e che convince chi invece ben conosce le traiettorie stilistiche dell’autore di “Pink moon” e “River man”.

D’Erasmo e Angelini al Filarmonici

Un gioco di scambio emotivo che sta alla base di “APP – Ascoli Piceno Present“, una delle intuizioni migliori avute dall’Amat e dal Comune, festival che ormai da quattro anni porta tra le cento torri il meglio delle arti sceniche contemporanee. Una “semina” di bellezza che dà frutti in termini di cultura ed educazione e che anche quest’anno ha fatto centro. Impossibile raccontare la due giorni (24 e 25 maggio, ma ci sono state due anteprime il 22 e 23) contraddistinta come sempre da eventi itineranti in successione, dal pomeriggio alla tarda sera, in luoghi come il teatro Ventidio Basso, la chiesa di San Pietro in Castello o addirittura l’Eremo di San Marco, con ben 3.000 persone che ne hanno seguito le dinamiche.

“Calcinculo” al Ventidio Basso

Valga per tutti la menzione di “Calcinculo”, spettacolo di Babilonia Teatri andato in scena nel Massimo cittadino: una suggestiva contaminazione tra musica, teatro, poesia e intrattenimento che parla delle tante contraddizioni del mondo d’oggi, dei suoi deliri e delle sue ossessioni (che poi sono le nostre) con un linguaggio forte, scarno  e surreale. Curiosità: sul palco con i due anfitrioni Enrico Castellano e Valeria Raimondi anche il Coro del Teatro Ventidio Basso e una rappresentanza di…esemplari canini ascolani arruolati per l’occasione.
Come detto, però, il plauso va a tutti gli ospiti del festival, da Giovanni Ortoleva, Paola Mirabella e Andrea Pulcini, Mariangela Gualtieri, Chiara Bersani fino ad Alessandro Marinelli e al Teatro Cast, Orchestra Filarmonica Marchigiana, mk e Michele Di Stefano, Kepler-452 e Lodo Guenzi, Salvo Lombardo. La speranza è che, nel marasma pre e post elettorale che ingiustamente ha rischiato di oscurare i buoni esiti dell’iniziativa, chi verrà dopo mantenga ben viva questa oasi di meraviglia.


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