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Pazienti Covid dal “Murri”
al “Madonna del Soccorso”,
Milani (AV5): «La solidarietà
è un fondamento
del nostro sistema sanitario»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il direttore generale chiarisce la posizione di Area Vasta 5. E ricorda: «Inaccettabili gli atteggiamenti di puro egoismo che non corrispondono alla volontà e al sentimento della quasi totalità degli operatori ospedalieri e territoriali che non smetterò mai di ringraziare»
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Il sindaco Pasqualino Piunti e il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani

«Ribadisco ancora una volta che l’ospedale di San Benedetto, finita l’emergenza, tornerà completamente operativo, come prima e meglio di prima». Il direttore dell’Area Vasta 5, Cesare Milani, sgombra il campo da interpretazioni che non rispettano la realtà. Si riferisce all’incontro avuto ieri, 17 aprile, con il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti e con alcuni consiglieri comunali. «Sono stati riferiti – dice – solo parziali e inesatti dettagli. Mi preme precisare la posizione dell’Area Vasta, peraltro scritta – dice – nero su bianco nella delibera di Giunta regionale anziché inerpicarsi in infondate congetture. La strategia messa in campo per fronteggiare l’emergenza Covid 19, che nella nostra regione ha manifestato una preoccupante virulenza, si sta rivelando vincente perché sapientemente attuata dagli operatori della Sanità Picena con il raggiungimento di risultati insperati e importanti».

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

L’oggetto del contendere è il trasferimento dei malati Covid oggi nell’ospedale “Murri” di Fermo. Visto dal sindaco di San Benedetto come la possibilità di rendere il “Madonna del Soccorso” come il post acuzie per Covid delle Marche. Invece Milani era stato chiaro, anche con Cronache Picene, a cui aveva detto qualche giorno fa: «Se, come spero, la situazione continua con questo trend di diminuzioni degli ospedalizzati, potremo concentrarli nei 90 posti letto di intensiva e semintensiva a Civitanova (negli spazi della Fiera, ndr), mentre i lungodegenti troveranno posto in altre strutture Covid come quella di Campofilone. Per adesso – continua il direttore – dobbiamo dare una mano a Fermo che ha nel “Murri” l’unica struttura ospedaliera. Al momento ha circa 60 ricoverati a fronte di una capienza di 30 posti letto nel reparto Malattie Infettive».

«Per dare una mano, vuol dire che tre o quattro pazienti, per pochi giorni, potrebbero essere ospitati nell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto nell’ambito di una situazione di emergenza in cui tutte le strutture si aiutano l’una con l’altra», sottolinea Milani.

«Il nostro è un sistema sanitario pubblico – insiste – fondato sui principi costituzionali di universalità e solidarietà, che non andrebbero mai accantonati, soprattutto in una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo. La costruzione di un centro Covid a Civitanova nell’area fiera, dedicato alle terapie intensive e semintensive, servirà sia a liberare ed alleggerire gli altri nosocomi sia ad avere a disposizione una struttura in caso di ritorno o recrudescenza della malattia. Sono pertanto infondati e soprattutto inaccettabili gli atteggiamenti di puro egoismo che non corrispondono alla volontà e al sentimento della quasi totalità degli operatori ospedalieri e territoriali dell’Area Vasta 5 che non smetterò mai di ringraziare per la professionalità, lo spirito di abnegazione e di sacrificio mostrati sino ad oggi».

«Vista la gravità del momento e il forte stress a cui sono sottoposti i nostri operatori – conclude Milani – non posso più tollerare notizie false, tendenziose ed inesistenti, visto che, in nome dei principi di cui prima, ritengo doveroso, nei limiti delle nostre possibilità e garantendo sempre la massima sicurezza, aiutare il sistema sanitario regionale che tanto si è prodigato per il nostro territorio. Ulteriori speculazioni prive di veridicità e fondamento saranno perciò valutate dall’ufficio legale cui ho dato mandato di agire contro chi solamente perde tempo a allarmare l’opinione pubblica. Anche perché un siffatto atteggiamento è uno schiaffo alla Regione Marche, ai tecnici, ai dirigenti e gli operatori dell’Area che sono tornati in servizio dopo il pensionamento e tutto ciò non è più accettabile. Tengo infine a precisare che la struttura di Campofilone risulta essere individuata come luogo di degenza post Covid sia per l’Area Vasta 4 che per l’Area Vasta 5».

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