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I colori della “Tribuna Mazzone”
dello stadio Del Duca:
dagli spalti alle mascherine
per nonni e bambini

ASCOLI - I gruppi che compongono la tifoseria hanno raccolto fondi per il Coronavirus che sono stati utilizzati in parte per la Protezione Civile in parte per l'acquisto di presidi di protezione dalla ditta Wudawu di Arianna Trillini. I ragazzi sul futuro del calcio locale: «Senza pubblico negli stadi, lo spettacolo sarà dimezzato. Ma ora dobbiamo preoccuparci della salute e del lavoro»
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Anche se gli stadi sono chiusi a causa del Coronavirus, la “Tribuna Mazzone” dello stadio Del Duca di Ascoli Calcio continua a far sentire il calore dei cori e a colorare la città. Non dagli spalti, che non si sa quando i gruppi di tifosi potranno tornare ad animare. Ma con un’iniziativa di solidarietà.

Con un tam-tam che si è propagato in fretta via social, varcando anche i confini della provincia, sono stati infatti raccolti fondi pari a 2.350 euro e ripartiti tra la Protezione Civile, attraverso l’iban diffuso da diverse settimane, e l’acquisto di mascherine.

Ben 450 della ditta ascolana Wudawu di Arianna Trillini, che dalla produzione di borse e accessori artigianali si è messa a disposizione per produrre presidi di protezione, e distribuite 250 per i bambini dell’ospedale “Salesi” di Ancona, 100 per i piccoli pazienti del “Mazzoni” di Ascoli e 100 per il centro ricreativo per anziani “Colucci”, pure di Ascoli.

I ragazzi della tribuna est non sono rimasti indifferenti al grido di aiuto della popolazione in balia del virus che sta modificando abitudini e modi di pensare di tutti. Rimanendo in contatto tra loro hanno capito che potevano rendersi utili. «Ciascuno ha contribuito come ha potuto – raccontano i responsabili – nessuno si è tirato indietro. Del resto, la tifoseria è questo».

Il lockdown ha colpito tutto il mondo dello sport e annichilito momenti di aggregazione che nell’accompagnare e sostenere la squadra del cuore vedevano un appuntamento importante.

Cosa fate adesso per colmare il vuoto?

«Rivanghiamo il “passato”, recente e lontano», dicono. «Ci mandiamo foto e video dei tantissimi momenti che abbiamo condiviso – spiegano – dalla festa dopo una vittoria importante al panino mangiato in fretta in autogrill durante una trasferta».

Cosa vi aspettate per il futuro, del calcio e di quello ascolano in particolare.

«Questo è un momento difficile per tutti. Ce ne rendiamo conto. Ma auspichiamo un po’ di chiarezza da parte della società. L’Ascoli era partita bene quest’anno, per poi perdersi per strada. Il nostro desiderio – aggiungono – è che presto gli stadi vengano riaperti al pubblico. Lo spettacolo è sugli spalti, non solo in campo, A porte chiuse se ne perde la metà».

Responsabilmente però  si rendono conto che i veri problemi adesso sono altri: «Le nostre preoccupazioni ora sono tutte rivolte alla tutela della salute e al lavoro. Molti di noi sono in cassa integrazione, altri sono titolari di bar e piccole attività chiuse da oltre un mese. Per prima cosa dobbiamo uscire da questa situazione. Poi torneremo a pensare al calcio e al divertimento».



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