di Andrea Ferretti
(foto e video di Stefano Capponi)
Se non ci fosse stata l’emergenza Coronavirus, Piazza Arringo sarebbe stata colma come raramente è accaduto per un funerale. Nonostante questo, a portare l’ultimo saluto a Jacopo Bachetti, oggi martedì 18 novembre, c’erano diverse centinaia di persone che, per quello che si poteva, hanno rispettato il distanziamento.
Tanti fiori bianchi all’ingresso del feretro in Duomo. Tanti palloncini colorati liberati in cielo dopo il rito funebre, al quale ha potuto ovviamente assistere solamente un numero limitato di persone.
Tutti gli altri erano fuori, sparsi sul sagrato della Cattedrale e in Piazza Arringo, fin davanti a Palazzo Arengo.
Agli striscioni affissi domenica e lunedì dagli amici nella sua Venagrande, a Porta Cappuccina e sotto la Loggia dei Mercanti, in Piazza del Popolo, a due passi dal Bar Sestili dove lavorava Jacopo, due mega striscioni sono comparsi anche in Piazza Arringo: “Esiste un tempo dentro al cuore che non finirá mai – Bach tra noi” e “Se tornerai magari poi… noi riconquisteremo tutto”.
Tutte persone rigorosamente con la mascherina che non copriva però gli occhi lucidi in un momento struggente fatto di dolore e, per molti, di ricordi dei momenti trascorsi con Jacopo: l’amico di tutti, il ragazzo dal sorriso contagioso, il barman che tutti apprezzavano, il giovane la cui vita è stata spezzata a soli 26 anni.
C’erano anche tanti tifosi bianconeri, a testimoniare la loro vicinanza all’amico tifoso dell’Ascoli che non c’è più. Presente pure una rappresentanza di calciatori della Primavera dell’Ascoli, la squadra dove gioca Maurizio, il fratello più piccolo di Jacopo.
E domenica prossima, in occasione della partita Ascoli-Entella, allo stadio “Del Duca”, verrà osservato un minuto di raccoglimento per ricordare Jacopo. L’Ascoli lo ha chiesto alla Lega che ha subito dato parere favorevole.
Dietro la bara papà Maurizio, mamma Simona e Nicolò, fratello gemello di Jacopo. Quando è uscita dalla chiesa, c’è stato un lungo applauso e sono stati accesi anche alcuni fumogeni. Maurizio, il padre, ha ringraziato tutti, abbracciando quasi tutti i presenti che non hanno voluto mancare di portare l’ultimo saluto e una preghiera al povero Jacopo.
La messa è stata celebrata da don Armeno Antonini, e la sua voce – a volte un filo di voce -ha raggiunto tutti coloro che sostavano sulla piazza grazie all’amplificazione che ha permesso a tutti di seguire la funzione religiosa.
Poi il feretro, scortato da diverse auto, ha lasciato Piazza Arringo per dirigersi a Venagrande dove Jacopo riposerà nel piccolo cimitero della frazione piegata dal dolore, che non riesce a darsi pace.
Il destino ha voluto che il feretro per raggiungere Venagrande sia transitato proprio lungo la Provinciale dove sabato sera si è consumata la tragedia.
Un luogo che in molti hanno già definito maledetto. Un luogo che tutti gli abitanti di Venagrande non dimenticheranno più. Un luogo che deve far riflettere tutti.
L’ultimo saluto a Jacopo Bachetti, il barman di 26 anni morto sulla strada di casa
Auto fuori strada a Venagrande: perde la vita Jacopo Bachetti Risveglio tremendo per la città
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati