Dino Latini, presidente del Consiglio regionale
di Francesca Pasquali
Una corsa che potrebbe scontentare più di qualcuno. O che potrebbe anche lasciare le cose così come stanno. Di sicuro, è una corsa in cui si giocano gli equilibri dei partiti di centrodestra che guidano la Regione e dei territori rappresentati. La corsa in questione è quella per lo scranno di presidente del Consiglio regionale. Domani si rinnova l’Ufficio di presidenza. Presidente, i due vice e i due consiglieri segretari che, al giro di boa dell’amministrazione Acquaroli, vanno rivotati.
Filippo Saltamartini oggi a Civitanova per parlare della riforma sanitaria con i sindaci
Rimanendo – è d’obbligo precisarlo – nel campo delle ipotesi, proviamo a vedere quali sono gli scenari possibili. Il primo riguarda l’assessore alla Sanità e vicepresidente della giunta Filippo Saltamartini. È cosa nota che, della giunta Acquaroli, Filippo Saltamartini, in quota Lega, sia l’assessore più contestato. Sulla graticola per due anni per la gestione della pandemia, basta seguire una seduta del Consiglio regionale per rendersi conto che nella prima parte, sotto i riflettori c’è sempre lui. La prima parte è quella delle interrogazioni, durante la quale l’ex vicequestore aggiunto viene sistematicamente bersagliato dalla minoranza. Adesso, ad avercela con l’assessore sono anche i sindaci del Fermano che, stanchi di essere “la cenerentola delle Marche” (definizione sempre rifiutata da Saltamartini), hanno preso carta e penna e scritto al presidente della Regione, precisando, senza mezzi termini, che, se le cose non cambieranno, loro ad avallare il nuovo Piano sociosanitario non ci penseranno proprio.
La consigliera regionale Anna Menghi
Per rabbonirli, e per dare al Fermano quell’assessore tanto desiderato e mai avuto negli ultimi due anni e mezzo, Acquaroli potrebbe accontentarli. È qui che entrerebbe in gioco Saltamartini.
Che potrebbe essere “promosso” presidente del Consiglio, lasciando il suo posto a un fermano. Il nome più in voga è quello di Mauro Lucentini, di Montegranaro, anche lui in quota Lega, che così potrebbe tornare in campo. Dopo l’esperienza romana alla Camera, infatti, lo scorso settembre Lucentini è rimasto fuori dal Parlamento. Esito deludente, ancor più perché, per ritentare la corsa alla Capitale, Lucentini aveva rinunciato al posto in Consiglio regionale, lasciato a Marco Marinangeli. Prima ipotesi, quindi, Saltamartini al posto di Latini e Lucentini, ora in panchina, al posto di Saltamartini. Soluzione che permetterebbe ad Acquaroli di togliere, insieme, due impegnative castagne dal fuoco. Prendendo per buono il ragionamento, dal Consiglio regionale resterebbe fuori però Anna Menghi. La consigliera maceratese era, infatti, subentrata a Saltamartini al momento della sua nomina.
Carlo Ciccioli, capogruppo FdI
Il secondo scenario, a dire il vero quello meno probabile, riguarda Carlo Ciccioli. Il capogruppo di Fratelli d’Italia non ha mai fatto mistero che il ruolo di consigliere “semplice” gli vada stretto. Fuori dalla giunta nel 2020 (al suo posto entrò Guido Castelli che collezionò oltre cinquemila preferenze in più), Ciccioli è rimasto al palo anche nel rimpasto dello scorso ottobre, quando gli fu preferito Goffredo Brandoni che, alle regionali, di preferenze ne collezionò circa novecento in meno. Quella volta fu escluso dopo le dichiarazioni sull’alluvione del settembre 2022, quando in Consiglio regionale disse che «le vittime si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato». Una delle molteplici occasioni in cui il consigliere ha messo in difficoltà la maggioranza con le sue esternazioni. Proprio per questo appare assai poco probabile che a Ciccioli venga affidato il ruolo di presidente dell’assise. Più probabile per lui quello della presidenza della commissione Sanità.
La terza ipotesi è che tutto resti com’è. Cioè che Dino Latini venga confermato e rimanga al suo posto. Con tutto il suo super staff di una ventina di persone.
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