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Fase2, Diana Sansoni (Area Vasta 5):
«Siamo pronti per un graduale
ritorno alla normalità
ma anche a una recrudescenza»

EMERGENZA - Il piano per il ripristino dalle parole del direttore del presidio unico ospedaliero di AV5. Dalla prossima settimana, al "Mazzoni" già qualche intervento in più. Al "Madonna del Soccorso" il doppio percorso per le urgenze ma non prima di un mese e mezzo. Il monito della dottoressa in vista delle riaperture: «Personalmente non vedo l'ora, ma sono preoccupata. Non dobbiamo mollare la presa»
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L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto e Diana Sansoni

di Maria Nerina Galiè

L’Area Vasta 5 ha predisposto un piano per il graduale ritorno alla normalità nei due ospedali del Piceno. Ma i tempi sono incerti. Dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia. Sarà la Regione Marche a dare il via, così come ha fatto per adeguare le strutture sanitarie nella fase critica.

«Il programma per l’uscita dall’emergenza c’è. Ma una cosa è certa. Una recrudescenza, non ci coglierà impreparati», ha detto Diana Sansoni, direttore del presidio unico ospedaliero.

Al centro c’è il ripristino degli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, destinato ai Covid con delibera regionale del 12 marzo, che solo a ricordarla la Sansoni afferma: «Abbiamo svuotato un ospedale in tre giorni, non ci fa paura più niente».

Restano bloccate a maggio, come a marzo e aprile, le attività ambulatoriali fatta eccezione per le U (urgenti) e B (brevi) e le prese in carico indifferibili, con una leggera apertura verso altre prese in carico, non indispensabili.

«Tornare, seppure pian piano, alla normalità è un’esigenza – continua la direttrice – non è solo un segnale da dare alla cittadinanza. Adesso abbiamo 135 posti per acuti in meno per via della trasformazione in ospedale Covid. Prima dell’emergenza, l’Area Vasta 5 poteva contate su 50 posti letto in Medicina e 20 in Pneumologia, ad Ascoli, e 35 di Geriatria e 32 di Area Medica, a San Benedetto. Questi ultimi ora non ci sono. Abbiamo sopperito con le Case di cura convenzionate che si sono messe a disposizione e che devo ringraziare».

Ancora peggio i reparti di emergenza e urgenza.

Il Pronto Soccorso del “Mazzoni” di Ascoli

«Al Pronto Soccorso di Ascoli, unico no Covid, arrivano anche pazienti da Fermo e Macerata. E in provincia  ci manca il grosso polmone della Murg di San Benedetto, adesso bloccato perchè lì vengono portati tutti i casi sospetti.

E’ il Pronto Soccorso dei pre Covid. Posso dire, con grande gioia, che la maggior parte dei  pazienti è risultata negativa e ricoverata quindi ad Ascoli. Che però tra un po’ scoppia».

Cosa prevede quindi il piano e quali i tempi ipotizzati?

«La prossima settimana la sala operatoria, che durante la prima fase ha gestito solo i codici A, cioè da operare entro 30 giorni per non mettere a rischio la sicurezza del paziente, potrebbe allargarsi ad altri A dove il rispetto dei 30 giorni è meno determinante. Nel primo caso parliamo di interventi alla mammella, ad esempio, e su neoplasie».

E a San Benedetto?

«La ripresa delle attività dovrà passare attraverso interventi, anche di tipo murario, per separare nettamente la parte  “pulita” e “sporca” dell’ospedale.

Senza mollare sull’attività per i Covid.

Ci vorrà circa un mese e mezzo per realizzare un doppio percorso per il  Pronto Soccorso, con Osservazione temporanea, Obi (osservazione breve intensiva) e Murg per Covid e uno uguale per i no Covid.

Non saranno smantellati docce e spogliatoi, realizzati per permettere al personale a contatto con i Covid la delicata procedura di vestizione e svestizione».

Nel frattempo, in ambienti puliti e separati naturalmente, si predisporrà una lenta riattivazione delle visite chirurgiche e ortopediche con sala gessi e di piccoli interventi chirurgici come su cute, tendini.

rianimazione ospedale Covid

La dottoressa Tiziana Principi nella cabina di comando del reparto Rianimazione del “Madonna del Soccorso”

Sarà la dottoressa Tiziana Principi, la rianimatrice dell’ospedale, a dirci poi quando potrà distogliere parte delle forze dalla gestione più critica dei pazienti Covid. Solo allora, e sempre non prima di un mese e mezzo, si potrà prevedere qualche intervento ortopedico e ginecologico».

Il reparto Covid rimarrà così per il momento?

«Nei primi giorni della prossima settimana sarà rivalutato il numero dei Covid ricoverati per pensare se accorpare le sezioni, procedendo così alla sanificazione delle aree che potrebbero non servire più per i contagiati e capire come utilizzarli per la parte pulita».

Un commento, un pensiero sulla Fase 2 ormai alle porte.

«Personalmente ho un grande desiderio che tutto torni come prima. Ma sono anche preoccupata. Di recente ho dimenticato lo spray di soluzione alcolica che porto sempre dietro.

L’ho letto come un segnale: inconsciamente ho abbassato la guardia.

Non bisogna farlo assolutamente.

Con le riaperture di alcuni settori della vita sociale è più importante che mai continuare a rispettare le regole. Il distanziamento sociale e lavarsi spesso e bene le mani soprattutto».

 

 



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