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Anche senza pubblico, è festa bianconera

SERIE B - Col Cittadella partita chiusa nel primo tempo, poi nella ripresa il festival del gol mangiato. Bravi tutti. Peccato la mancanza di tifosi sugli spalti e l'infortunio a Saric. E ora gita a Verona
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di Lino Manni

Una salvezza incredibile, impensabile ma… ci sono abituato. Ne ho vissute tante nel corso degli anni anche se, devo dire, dopo la sconfitta di Cosenza nessuno ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Con il Cittadella ho visto subito una squadra tranquilla, padrona del gioco e del campo. In panchina al posto del ciuffo di Sottil (squalificato) c’è l’eleganza di Barocelli: giacca, gilet, cravatta e… scarpe da tennis. La moda giovane è questa.

L’abbraccio Pulcinelli-Sabiri a fine gara

La partita inizia con un brivido, ovvero il palo del Cittadella ma è un fuoco di paglia. L’Ascoli ha più qualità nei singoli rispetto agli ospiti: ironia della sorte il Cittadella lotterà per i play off promozione. Peccato perché quello poteva essere un posto occupato dai bianconeri. Ma esultiamo per la salvezza senza dimenticare gli errori commessi.

Ci ha pensato Buchel a siglare il gol del vantaggio. Poi è l’ex “martoriato” Bajic a chiudere la partita. Il centravanti bosniaco zitto zitto è arrivato a quota 12 gol. Un bel bottino davvero. La partita per me è finita qui.

Nella ripresa festival del gol mangiato per l’Ascoli. Gli attaccanti bianconeri cercano gloria personale sbagliando occasioni clamorose. L’ultimo quarto d’ora l’attenzione è tutta sugli altri campi. Buone da Cosenza dove passa il Monza. Bene anche a Ferrara dove la Reggiana è battuta dalla Spal. A Cremona, invece, il Pescara sprofonda in Serie C. Risultati che mettono l’Ascoli al riparo da qualsiasi pericolo. L’ultima partita, quella di Verona con il Chievo, sarà una sorta di gita nella città di Giulietta e Romeo.

Bravi tutti. Il solito Sabiri immarcabile. Leali praticamente inoperoso. La coppia centrale mai in affanno. Caligara in continua crescita. Dionisi a fare a sportellate con tutti. Non ci voleva l’infortunio del mio “cavallo” Saric.

Unico rammarico le partite a porte chiuse. Al Del Duca sarebbe stata una grande festa.


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