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“Mazzoni”, Gastroenterologia entra nella fase operativa per tutta l’Area Vasta 5

ASCOLI - L'arrivo del dottor Filippo Antonini, specializzato il Endoscopia Interventistica, va a colmare il vuoto del "Mazzoni" e ad arricchire un servizio, già presente al "Madonna del Soccorso"
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Carlo Marinucci e Filippo Antonini

 

di Maria Nerina Galiè

 

(foto di Giandomenico Lupi)

 

Le malattie gastroenterologiche hanno un impatto importante sulla salute pubblica e sui costi del sistema sanitario, rappresentando una delle più importanti cause di morte nella popolazione generale e rientrando tra le prime cause di ospedalizzazione. Ecco allora che l’Area Vasta 5 ha visto nell’endoscopia digestiva uno strumento diagnostico indispensabile per lo studio di tali malattie ed ha avuto la possibilità di implementare, all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli di questo servizio, dotandosi di un professionista in grado di erogarla.

 

Si tratta del dottor Filippo Antonini, dall’1 aprile in forza al “Mazzoni”, per aver risposto ad un bando sulla mobilità tra enti.

 

Guido Castelli, Massimo Esposito, Giorgia Latini, Filippo Saltamartini e Filippo Antonini

L’importanza dello strumento diagnostico, è stata sottolineata dal dottor Carlo Marinucci, direttore del Dipartimento dei Servizi dell’Area Vasta 5, durante l’incontro di presentazione della nuova attività, oggi 7 aprile, alla presenza del direttore della Sanità Piceno, Massimo Esposito, del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, e degli assessori regionali Filippo Saltamartini, Guido Castelli e Giorgia Latini (Leggi qui il servizio sulla contestuale presentazione dei lavori di efficientamento energetico). In sala anche tanti direttori di reparto e dirigenti medici dell’Area Vasta 5.

«In questa Area Vasta – ha detto Marinucci – è a San Benedetto il reparto di Gastroenterologia guidato dalla dottoressa Margherita Sorge. Ad Ascoli non c’era. La possibilità di intervenire sulle urgenze, la reperibilità notturna e festiva, quindi, mentre al “Madonna del Soccorso” sono una realtà ormai da anni, al “Mazzoni” il paziente doveva essere preso in carico dagli specialisti di San Benedetto, in caso di urgenza.

 

Vuoto colmato con l’arrivo del dottor Antonini che, oltre ad integrarsi per la reperibilità con i colleghi di San Benedetto, metterà la sua alta specializzazione, in particolare nell’Endoscopia Interventistica, a disposizione di tutta l’Area Vasta 5, implementando la diagnostica con la fase operativa e favorendo così la gestione dei pazienti attraverso la collaborazione con vari reparti, come Chirurgia, Radiologia interventistica, Rianimazione».

 

Il dottor Angelini (Direttore Dipartimento di Prevenzione Area Vasta 5) ed il dottor Antonini

Il dottor Antonini, che si avvarrà, tra gli altri, della competenza e professionalità del dottor Ottorino Rosati, arriva dal “Murri” di Fermo, centro di riferimento regionale per questa tipologia di attività, sotto la guida del dottor Giampiero Macarri, che è anche direttore del Dipartimento Funzionale di Gasteroenterologia dell’Asur Marche.

 

Il dottor Antoni manterrà una partnership attiva con l’ospedale fermano, in ragione di un‘apposita convenzione tra Area Vasta 4 e 5. Lavorerà quindi sia con la Gastroenterologia di Fermo, dove continuerà ad operare per eseguire personalmente esami endoscopici di elevata complessità (l’ospedale è dotato di strumenti di ultima generazione), sia con la Gastroenterologia del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, diretta dalla dottoressa Margherita Sorge.

 

Lì lo specialista eseguirà procedure endoscopiche operative, nell’ottica di una rete funzionale che ottimizzi la gestione dei pazienti dell’Area Vasta 5 affetti da patologie gastroenterologiche.

Massimo Esposito

L’endoscopia interventistica consente sia di individuare e tipizzare le patologie benigne, sia di prevenire, sorvegliare e, in alcuni casi, curare quelle maligne. Il cancro del colon-retto, in particolare, rappresenta nei paesi occidentali il secondo tumore maligno per incidenza (numero di nuovi casi all’anno), con un trend in preoccupante aumento. Negli anni l’endoscopia digestiva si è spinta sempre di più verso tecniche operative per trattare sia patologie benigne che maligne, con metodologie mini-invasive, evitando così ai pazienti interventi chirurgici molto più demolitivi. La presenza di un’unità di endoscopia digestiva interventistica risulta dunque fondamentale per diagnosticare e trattare quelle patologie gastroenterologiche che altrimenti verrebbero gestite in maniera molto più invasiva con aumentati tassi di morbilità e mortalità per i pazienti e con un aggravio di costi organizzativi per la sanità pubblica.


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