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Maxi truffa romantica: la contattano sui social con un falso profilo e le sottraggono i risparmi di una vita

VITTIMA una impiegata di 50 anni che ha perso 180.000 euro. Ha denunciato tutto alla Polizia dopo che il direttore della sua banca le ha fatto aprire gli occhi su una storia che andava avanti dallo scorso febbraio. I poliziotti sono risaliti a dieci nigeriani sparsi in diverse regioni d'Italia: denunciati, verranno espulsi dall'Italia
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Vittima di una truffa sentimentale, si vede ripulire il conto corrente di 180.000 euro prima di chiedere aiuto alla Polizia, su suggerimento del direttore della sua stessa banca, dopo l’ennesimo bonifico richiesto dal finto amico.

 

Il Commissariato di Polizia di Fabriano (Ancona) ha denunciato ben dieci persone, tutte di origine nigeriana, per aver truffato una impiegata 50enne del posto la quale, vittima di una serie di raggiri, si è vista sottrarre i risparmi di una vita.

 

La donna si è decisa a denunciare il fatto alla Polizia dopo essere stata messa in guardia dal direttore della propria banca rifiutatosi di dare esecuzione all’ennesimo bonifico. Il direttore aveva infatti fiutato qualcosa di sospetto nella progressione e negli importi dei movimenti di danaro in uscita dal conto corrente della 50enne in favore di carte ricaricabili.

 

Tutto ha avuto inizio lo scorso febbraio quando la donna, provata dalle restrizioni nelle relazioni sociali causate dal covid, aveva trovato conforto in nuove conoscenze e relazioni che le si proponevano dai vari social, in particolare su Facebook. Qui era stata contattata da un profilo social – poi rivelatosi falso – corrispondente ad un soggetto maschile il quale, forte delle sue abilità comunicative e intuendo lo stato di bisogno relazionale della donna, dopo lunghe conversazioni amichevoli, ne riusciva a carpire la stima e la fiducia e a far risaltare in lei il desiderio di solidarietà verso i più bisognosi. Che si sarebbe poi rivelata la causa dell’incondizionata disponibilità per tutte le successive richieste.

 

Il sinistro automatismo: almeno una volta a settimana il presunto amico rappresentava alla vittima la necessità di dover sostenere spese: tributi, aeroportuali, giudiziarie, figlio bisognoso di cure mediche.

 

La donna dimostrava la sua vicinanza a questi bisogni accondiscendendo alle richieste dell’interlocutore e versando somme variabili – da 3.000 fino a 15.000 euro – su vari Iban riportanti intestatari diversi dall’interlocutore.

 

Al momento di autorizzare l’ennesima transazione, la banca ha parlato direttamente con la propria cliente facendole aprire gli occhi sull’enorme raggiro che le aveva fatto perdere una ingente quantità di denaro.

 

A quel punto che la cinquantenne si è rivolta al Commissariato di Polizia della sua città che ha dato immediato inizio alle indagini al termine delle quali sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Ancona dieci persone residenti in varie regioni d’Italia (Lombardia, Veneto, Campania, Sardegna), ovvero gli intestatari delle carte ricaricabili sulle quali la povera donna faceva confluire i soldi.

 

I dieci denunciati erano collegati tra loro e sono risultati anche non nuovi a questo genere di truffe. Nei loro confronti verrà proposta l’espulsione dal territorio nazionale.


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