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Positivo al Covid va alla visita ambulatoriale:
bloccato dall’intuito di un’infermiera

EMERGENZA CORONAVIRUS - E' accaduto all'ospedale "Mazzoni" di Ascoli. La professionista si è resa conto che il paziente non stava bene, sebbene avesse superato i controlli. Non aveva la febbre perchè sotto l'effetto di un antipiretico. La sera prima aveva fatto il tampone perchè "contatto stretto" di un contagiato, ma non aveva atteso l'esito. Diana Sansoni: «Nella prima ondata sono state subito bloccate o ritardate tutte le prestazioni differibili. Ora invece è tutto aperto»
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di Maria Nerina Galiè

Il Coronavirus sta attaccando il Piceno come non aveva fatto nella prima ondata. Oltre mille i contagiati e tante le persone che hanno bisogno di ricovero, con pochi i posti disponibili. Grande lo sforzo del personale sanitario che per far fronte all’emergenza deve rinunciare a ferie ed evitare, laddove possibile, di chiedere permessi (leggi qui).

https://web.whatsapp.com/%F0%9F%8C%90/itSotto attacco del virus diversi reparti ospedalieri, dove si registrano diversi positivi soprattutto tra gli infermieri.

«E un infermiere positivo, lo sappiamo, può fare un paziente positivo», denuncia la dottoressa Diana Sansoni che domani appenderà ufficialmente il camice al chiodo, perchè in pensione dall’incarico di direttore del presidio unico ospedaliero dell’Area Vasta 5.

E’ di qualche giorno fa un episodio accaduto nell’ambulatorio di Urologia dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, dove un paziente positivo al Covid e sintomatico, pur di sottoporsi a visita si è imbottito di tachipirina e si è presentato nella sala d’attesa del secondo piano per l’appuntamento preso in precedenza.

La sua condizione di salute però non è sfuggita all’occhio attento e all’istinto di una delle infermiere che ha immediatamente allertato il primario e la direzione ospedaliera. 

La stessa dottoressa Sansoni ha condotto una vera e propria indagine sull’utente, riscontrando che la sera precedente si era sottoposto a tampone perchè contatto stretto di un contagiato e, pur avendo la febbre abbassata dall’antipiretico per superare i controlli in ospedale, l’uomo si era recato a visita senza attendere l’esito.

«Mi sono limitata a mandarlo via immediatamente – ha commentato la Sansoni – ho voluto credere alla buona fede. Fatto sta che, per questo episodio o altri simili di cui non ci si è resi conto, ora ci sono infermieri di Urologia contagiati».

La dirigente, non è ancora ex, punta il dito in particolare sul fatto che, a differenza di quanto è accaduto nella prima ondata, «adesso è tutto aperto. Sono stati sospesi soltanto gli interventi chirurgici programmati e differibili. E questo perchè gli anestesisti servono nei reparti Covid. I ricoverati, vengono sottoposti a tampone. Ma non chi deve fare la visita ambulatoriale. 

Nella prima ondata il virus è arrivato nel Piceno con quel tanto di ritardo che ci ha permesso di preparaci bene ad affrontarlo.

Il primo atto risale a fine febbraio, quando il direttore di Area Vasta 5 fermò la partita con la Cremonese. Da allora in poi tutto quello che non era urgente è stato bloccato o rallentato (leggi qui.

 



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