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Ascoli-Monza: Dionisi poteva essere il “taco de dios”

SERIE B - Il capitano, con due magie, si è vista negare la gioia del gol dai legni. Ma quello che conta sono la classifica che sale e la consapevolezza di essere una buona squadra
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di Lino Manni

 

Un punto per uno non fa male a nessuno. Sono soddisfatto per il pareggio ottenuto dall’Ascoli contro il Monza di Galliani. Una partita godibile con due squadre alla ricerca della vittoria, senza particolari tatticismi. L’undici di Sottil, oggi in giacca e maglioncino a collo alto, ha giocato a viso aperto cercando sempre la via del gol. A tratti i bianconeri sono stati superiori ai brianzoli che si sono presentati al “Del Duca” forti di 3 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 6 partite. Certo il Monza non ha mai vinto in trasferta ma il Del Duca ricomincia ad essere un campo inespugnabile.

D’Orazio

Il gol di Sabiri, su calcio di rigore, è la dimostrazione della supremazia bianconera nel primo quarto d’ora. Il pareggio del Monza è alquanto fortuito: il pallone sbatte sul corpo di Marrone e va a finire sui piedi di Valoti solo davanti a Leali. Dopo il pari qualche apprensione che ci può anche stare. Apprensione che è diventata paura per gli spettatori del “Del Duca” con l’autorete di D’Orazio su tiro di Vignato. Non mi sono scomposto: dal divano si è visto benissimo l’evidente fuorigioco del giocatore del Monza. Tutti al riposo con un buon thè caldo, che ci sta bene vista la temperatura esterna.

Dionisi

La musica non cambia nella ripresa con l’Ascoli che ha dei picchi di superiorità che però sono brevi. Dionisi poteva vincere imitare il “taco de dios” del grande Socrates, ma le sue conclusioni si sono infrante sul legno. La prossima volta faremo spostare le porte. Sul primo tacco-palo mi è tornato in mente il gol che realizzò il CT Mancini, quando giocava, a Parma con la maglia della Lazio. Il “Mancio” fu più fortunato perché… fece gol.

Nel finale stavo quasi per addormentarmi sul divano, ma i due rinvii lisciati da Buchel mi hanno riportato a soffrire per il risultato. E’ andata bene così: si muove la classifica e sale la consapevolezza di essere una buona squadra.

 


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