Marinella De Pasquale
di Alberto Bignami
«Ero a passeggio con il mio cane quando ho sentito delle grida di aiuto, in acqua c’era un ragazzino, sono corsa e l’ho afferrato. Mi gridava: non mi lasciare, non voglio morire».
Lei è Marinella De Pasquale, jesina e restia ai “riflettori”, anche se quello che ha fatto ieri merita di essere raccontato.
E così, uno strappo alla sua riservatezza lo concede con Cronache Ancona.
Marinella ieri ha salvato un ragazzino di 12 anni finito con la bici nel fiume Esino, sotto agli occhi del fratellino di 6 anni. Non ci fosse stata lei il finale di questa vicenda avrebbe avuto certamente un risvolto tragico data la forza con cui l’acqua stava cercando di strappare via il giovane.
«Ero uscita con Jenna, il mio meticcio – racconta Marinella a Cronache Ancona – e volevo vedere come era l’Esino. Faccio spesso passeggiate con la mia meticcia lungo gli argini. Intorno alle 15,30, ho fatto un primo passaggio notando poi che vi era una frana su parte della ciclabile».
E’ stato al ritorno che la vita di Marinella e del 12enne in pericolo si sono intrecciate, grazie ad un destino benevolo.
«Ad un tratto ho sentito delle grida disperate di aiuto – continua la jesina -. Ho subito visto il fratellino più piccolo in piedi, immobile per il terrore.
Poi il più grande in acqua. Cercava di tenersi aggrappato al terreno. La corrente era forte e aveva già trascinato via la bicicletta e il suo cellulare».
I due fratelli erano andati in bici sulla ciclabile. Davanti c’era il 12enne e dietro, a seguirlo, il fratellino. Probabilmente, quando il più grande si è accorto che mancava un pezzo della ciclabile, ha frenato perdendo però aderenza con il terreno scivoloso per poi finire a terra e proseguire nel fiume.
Marinella e Jenna sono corse verso i due fratellini. Senza perdere tempo, la donna ha cercato subito di afferrare il 12enne, lo nonostante, a dividerli, ci fosse una distanza di circa un metro e ottanta.
«Alla fine sono riuscita ad afferrarlo. Lui era impauritissimo: “Non mi lasciare, non mi lasciare. Non voglio morire” mi continuava a chiedere disperato, mentre io gli ripetevo: “No che non ti lascio. Stai tranquillo”. Aveva il terrore negli occhi».
Il fratellino «guardava e voleva aiutare in qualche modo. Gli ho detto di allontanarsi per evitare che potesse cadere anche lui nel fiume» prosegue Marinella. Il bimbo ha fatto qualche passo indietro ma voleva rimanere lì, ed aspettare che tutto finisse.
La pista ciclabile che costeggia l’Esino, dove è avvenuto il salvataggio
Marinella nonostante la situazione drammatica è rimasta lucida.
«Mentre con una mano lo tenevo, con l’altra ho preso il cellulare e ho chiamato il 112 e chiesto l’intervento dei Vigili del fuoco. Nel frattempo continuavo a tenerlo e lui cercava di venire su, ma ad ogni presa che cercava di fare su qualche appiglio che vedeva, il terreno argilloso gli continuava a cedere in continuazione.
Poco dopo – prosegue – ho visto un uomo, un asiatico, che stava passando.
Gli ho chiesto di darmi una mano, ma non parlava italiano e mi sono resa conto che, da quella posizione in cui si trovava, probabilmente nemmeno capiva cosa stesse accadendo.
Gli facevo gesto di venire, e alla fine è arrivato. A quel punto ha compreso la gravità della situazione e subito mi ha aiutata. Insieme, siamo riusciti a far uscire dal fiume il ragazzino».
L’abbraccio tra il 12enne e la sua eroina è stato inevitabile.
«Bagnato e infreddolito – continua Marinella – gli ho dato il mio K-way e ho cercato di asciugarlo».
Poi sono arrivati Vigili del fuoco e 118. Il 12enne è stato soccorso e riscaldato in ambulanza, nel frattempo sono arrivati i genitori che hanno portato a casa entrambi i fratelli.
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