di Luca Capponi
Raccontare senza il dovuto rispetto anche solo parte della storia de “Il terremoto di Mario” a chi non la conosce vorrebbe dire svuotare di senso il messaggio, universale, tenero, rivoluzionario, antico, contenuto in essa. Per farlo a dovere, per commuovere, ridere e (soprattutto) riflettere ci sono figure artistiche come quella di Francesco Eleuteri.
Nessuno meglio di lui, romano originario di Montegallo tornato a vivere tra i Sibillini nel 2010, per scelta definita «estrema». Nessuno perchè, oltre ad essere attore ed uomo di palco di caratura, Eleuteri condivide coi protagonisti della storia, i musicisti Mario Alessandri e la moglie Antonella, molte cose; anzitutto l’essere artisti, poi la provenienza capitolina e la volontà di ricucire il filo con le proprie origini montegallesi, cosa avvenuta nel 2016 per i coniugi Alessandri. E proprio quell’anno li ha accomunati ulteriormente: il terremoto, in particolare quello di ottobre ma anche quanto accaduto a gennaio 2017 con la tremenda accoppiata nevicata-scosse, li ha lasciati senza casa e, nel caso degli Alessandri, senza attività, visto che erano giunti in loco aprendo un bar tabaccheria.
Altro su “Il terremoto di Mario”, che andrà in scena il 30 ottobre alle 21 nel foyer del teatro Ventidio Basso, è meglio non aggiungere, anche se questa incredibile vicenda, che altro non è che un immenso atto d’amore, è nota a chi ha già visto lo spettacolo e non solo. Il resto lo spiega lo stesso Eleuteri. «Nell’ora e un quarto di palco racconto il terremoto di tutti, non solo quello di Mario, che è con me in scena nelle vesti ovviamente di cantante, dando spazio a fatti e date, seguendo un po’ lo stile di Marco Paolini -spiega-. La scelta di ripartire da Ascoli proprio in occasione dei tre anni dalla scossa più forte è voluta, ci tenevo molto così come a un’altra data, quella del 17 novembre a Grottammare, città che ha ospitato la comunità montegallese durante l’esilio in Riviera».
Dopo le due date picene, Eleuteri tornerà a Roma, poi in Emilia, Veneto, Abruzzo e nei posti che si stanno via via aggiungendo. «La reazione del pubblico è sempre partecipata e sorpresa, ne sono contento perché serve per tenere alta l’attenzione sui questi territori» ribadisce l’attore.
«E’ uno spettacolo dove si percepisce tutto l’amore per una terra ferita che resiste -spiega l’assessore alla cultura Donatella Ferretti-. Il legame di fedeltà a luoghi che rischiano di scomparire fornisce un esempio di resistenza umana tocca l’anima. Dopo avere visto “Il terremoto di Mario” ho avuto subito il desiderio di farlo conoscere a più persone possibile, così è nata l’idea di proporlo nel foyer».
Il ricavato della serata, che vedrà al pianoforte la presenza di Alessandro Olori, verrà destinato all’associazione culturale “Buona la prima” che riunisce artisti legati a Montegallo.
Curiosità. Eleuteri è anche un apprezzato scrittore. Uno dei suoi libri è stato ambientato proprio nel Montegallese (con molte scene anche ad Ascoli) e, presto, andrà in ristampa: si intitola “Il sangue dei Sibillini” ed è un appassionante giallo.
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