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Mancanza dispositivi di sicurezza:
la Cgil scrive ad Area Vasta 5,
al prefetto e alla Regione

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il sindacato di Ascoli riporta le segnalazioni ricevute e chiedono l’immediata consegna a tutto il personale dei dispositivi di prevenzioni necessari e la distribuzione costante dei kit specifici per l’assistenza diretta dei pazienti affetti da Covid-19 all'ospedale di San Benedetto
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La Cgil, la Funzione Pubblica Cgil e la Filcams Cgil di Ascoli hanno scritto una lettera congiunta al prefetto, al direttore dell’Asur Marche e di Area Vasta 5 e al dirigente del Dipartimento Prevenzione. «In seguito alle segnalazioni ricevute circa la mancanza di materiale di sicurezza – scrivono – chiediamo l’immediata consegna a tutto il personale dei dispositivi di prevenzioni necessari e la distribuzione costante dei kit specifici per l’assistenza diretta dei pazienti affetti da Covid-19, nella sede di San Benedetto».

Il Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto

Maria Calvaresi, segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil Ascoli dichiara: «Riceviamo quotidianamente segnalazioni circa la situazione degli operatori sanitari. La carenza di dispositivi di sicurezza, per tutto il personale e ancora di più la carenza dei kit specifici per quello maggiormente esposto è per noi intollerabile. Per questo abbiamo scelto di scrivere tale comunicazione urgente. Abbiamo richiesto, inoltre, che si effettuino subito tamponi preventivamente su tutto il personale dell’Area Vasta 5. Ci sembra necessario ai fini della salute degli operatori e di tutta la cittadinanza».

«Dopo numerose segnalazioni inviate in forma scritta e verbale, rimaste pressoché inascoltate – dichiara Luana Agostini, segretaria generale della Filcams Cgil Ascoli – ci troviamo costretti ancora una volta a chiedere, con maggiore forza, di tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati negli appalti presso gli ospedali. Il lavoro svolto dai lavoratori degli appalti, in particolare quelli impiegati nei servizi di pulizia, troppo spesso viene considerato secondario, mentre è strettamente legato a quello delle strutture ospedaliere stesse, e ne consente il pieno funzionamento e l’igienizzazione degli ambienti. Pretendiamo la tutela della salute di questi lavoratori, per la maggior parte donne, e la tutela del loro prezioso lavoro grazie al quale si garantisce anche la tutela della salute dei malati e di tutta la collettività».

L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli (Foto Vagnoni)

Conclude Barbara Nicolai, segretaria generale della Cgil Ascoli: «Le nostre sono richieste di buon senso. E’ doveroso ringraziare in questo momento le operatrici e operatori, e tutti i lavoratori coinvolti in prima linea contro virus, ma è ancor più doveroso dare seguito a questi ringraziamenti e mettere tali lavoratrici e lavoratori nelle condizioni di operare nella massima sicurezza. Proprio per questo abbiamo fatto presente che un eventuale mancato riscontro, rispetto alle nostre richieste, comporterebbe per noi l’obbligo di agire in tutte le sedi a nostra disposizione al fine di tutelare la salute di operatori e cittadini».


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