«Bocciato l’emendamento per rifinanziare la legge regionale per l’Istituto Storia Marche». Lo sottolinea Maurizio Mangialardi, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio della Regione Marche e primo firmatario dell’emendamento del gruppo dem nel corso del lungo dibattito sull’assestamento del bilancio 2023-2025 in Consiglio regionale.
«Bocciando il nostro emendamento che prevedeva di rifinanziare la legge regionale che da cinquant’anni sostiene l’attività scientifica dell’Istituto Storia Marche – prosegue Mangialardi – il centrodestra marchigiano infligge l’ennesimo, e forse mortale, colpo a una delle più prestigiose istituzioni culturali della nostra regione. Avevo personalmente chiesto al presidente Acquaroli e all’assessore Brandoni – racconta – un minimo di onestà intellettuale per riconoscere la assoluta correttezza della nostra proposta di destinare le poche risorse messe a bilancio: 25.000 euro a fronte dei 70.000 stanziati dalle precedenti Amministrazioni di centrosinistra direttamente all’Istituto anziché al Comune di Ancona. Non c’è alcun motivo perché la Regione Marche opti per questa assurda partita di giro essendo l’Istituto un ente regionale finanziato da una legge regionale.
Con l’atto si chiedeva di spostare i 25.000 euro che la proposta di legge all’assestamento di bilancio regionale assegna al Comune di Ancona alla legge regionale 15 del 1973 che finanzia, dalla sua nascita, l’Istituto Storia Marche.
«Non ci tranquillizzano affatto – aggiunge l’esponente dem – le parole della maggioranza che ci assicura che quei soldi saranno interamente trasmessi all’Istituto. Gli assessore Brandoni e Biondi hanno già smentito quanto promettevano solo poche settimane fa. Cioè che, seppur poca cosa, quei 25.000 euro sarebbero stati assegnati direttamente all’Istituto. Non ci tranquillizzano perché abbiamo visto quanti pregiudizi ideologici vi siano negli attacchi portati all’Istituto Storia Marche in Consiglio comunale da parte di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. Visto che tra chi siede nei banchi della maggioranza ad Ancona – conclude – c’è chi rivendica con orgoglio la propria siderale distanza dalla cultura con la C maiuscola, non possiamo che aspettarci il peggio».
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