«Accogliamo con soddisfazione l’assegnazione di 10 unità presso il Commissariato di San Benedetto del Tronto, tuttavia, non possiamo nascondere due profonde delusioni. La prima riguarda la decorrenza tardiva dei trasferimenti, previsti per settembre: una scelta incomprensibile, che priva il territorio di preziose risorse proprio durante i mesi estivi, notoriamente più critici. La seconda, ancor più grave, è la quasi totale assenza di rinforzi presso la Questura di Ascoli Piceno, dove è prevista una sola assegnazione, a fronte di un saldo negativo di ben 8 unità andate in quiescenza».
Massimiliano D’Eramo
E’ quanto dichiara in una nota sindacale Massimiliano D’Eramo, segretario provinciale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia).
Il sindacalista entra ulteriormente nel merito del problema evidenziando che «i colleghi promossi ai ruoli di vice sovrintendente e vice ispettore non verranno sostituiti, generando non solo una riduzione numerica dell’organico, ma soprattutto una perdita insostituibile di competenze ed esperienza maturate sul campo«».
Il sindacato parla di “beffa” nel «definire “piano di potenziamento” un intervento che porta un solo agente nel capoluogo di provincia, dove la situazione, già insostenibile, viene ulteriormente aggravata dall’aumento dei reati sul territorio, in particolare furti in abitazione e truffe agli anziani, come emerso durante i recenti vertici in Prefettura».
D’Eramo denuncia che la conseguenza di tale scelta «graverà sugli agenti rimasti in servizio, sottoposti a carichi di lavoro insostenibili. Lo pagheranno i cittadini, privati di un presidio sicuro e presente sul territorio».
Occhi puntati allora sul prossimo piano di potenziamento, atteso tra novembre e dicembre. D’Eramo: «Chiediamo che preveda un adeguato contingente di rinforzo per la Questura di Ascoli Piceno e per le Specialità della provincia; che le Amministrazioni locali si attivino ora, non domani, per mettere in campo ogni misura prevista dalla legge a tutela della sicurezza pubblica.
Gli operatori della Polizia di Stato hanno garantito per anni uno dei più alti livelli di sicurezza del Paese, ma oggi nei nostri confronti non servono più promesse, servono risposte concrete, immediate, misurabili. Non basta riconoscere il valore delle donne e degli uomini della Polizia di Stato: occorre mettere questi riconoscimenti nero su bianco, con assegnazioni adeguate, investimenti strutturali e una visione lungimirante per la sicurezza del territorio».
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