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Whirlpool, si mobilita la montagna
Cesaroni convoca i sindaci

COMUNANZA - Il primo cittadino chiama a raccolta 19 colleghi fermani e piceni. Accuse alla Regione: «A gennaio avevo segnalato i pericoli per il sito»
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di Maria Nerina Galiè

Non poteva mancare il commento del sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni sull’esito dell’incontro del 17 maggio al Mise dove organizzazioni sindacali, Istituzioni e dirigenti Whirlpool si erano dati appuntamento per discutere del futuro degli stabilimenti italiani, tra cui quello del piceno a cui verrà tolta la produzione della lavatrice Aqualtis dal 2019.

Il sindaco Alvaro Cesaroni

«Sto organizzando una riunione con 19 sindaci del circondario, di cui undici dell’Unione dei Comuni montani e gli altri che vi gravitano attorno, per concertare azioni, formulare proposte e creare una forte rappresentanza territoriale al fine di rendere il sito competitivo».

Così esordisce Cesaroni per poi continuare: «In questa vicenda, il problema minore è la Whirpool che sta solo applicando le sue strategie aziendali. Attribuisco grande responsabilità piuttosto all’assenza sul territorio della Bora (assessore alle attività produttive della Regione Marche, ndr)».
Il primo cittadino di Comunanza aveva riacceso i fari sul futuro dell’unità produttiva locale, nel corso di un assemblea pubblica il 6 aprile scorso. Aveva dichiarato che, essendo ormai prossima la scadenza del piano industriale 2015-2018, era necessario mobilitare Istituzioni e associazioni di categoria per arginare il rischio di un ridimensionamento. Ma già a gennaio aveva scritto a Manuela Bora e, un mese fa, non avendo ricevuto risposta, ha rincarato la dose inviando una missiva anche a Luca Ceriscioli, presidente dell’Ente regionale. Anche in questo caso, nessun segnale.
«Dov’è stata la Regione negli ultimi mesi?», si chiede il sindaco che continua: «Adesso si parla di oltre 100 posti di lavoro a rischio. E’ più facile reimpiegarli a Napoli, una metropoli, oppure in un’area montana, per di più terremotata? Gli assessori regionali si prodigano, nelle aree colpite dal sisma, a tagliare nastri a centri commerciali che impiegheranno pochissime persone. Qui oltre 100 cittadini rischiano di perdere il lavoro e se ne accorgono solo adesso». E’ chiaro il riferimento alla nota nella quale la Bora evidenziava la presenza della Regione, tramite un suo “rappresentante”, al tavolo di coordinamento a Roma e lamentava di non essere stata coinvolta dalla Whirlpool nel prendere decisioni “così penalizzanti” riguardo lo stabilimento di Comunanza.
Di recente, ma prima del tavolo di giovedì scorso, ancora Cesaroni aveva chiesto a Davide Castiglioni, amministratore delegato per l’Italia, un incontro che però non è ancora stato confermato. E, nel mese di aprile, in occasione di una riunione informale con gli imprenditori locali che operano nella filiera del brand degli elettrodomestici, ha riscosso opinioni sullo stato dei fatti e possibili scenari, riscontrando ottimismo, di certo ora deluso dalla nuova scelta aziendale.
Come detto dunque, Cesaroni convocherà i 19 sindaci dell’entroterra del piceno e del fermano (gli stessi che hanno chiesto ed ottenuto, con Comunanza capofila, 5 milioni di euro per la riqualificazione della Valdaso), nella ferma convinzione, ribadita nella lettera aperta al sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli, che tante voci flebili sono molto meno efficaci di una sola, ma tuonante.


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