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Il Ministero minaccia:
«Concessione a rischio
se il Traforo chiude»

ROMA - Il blocco della circolazione sarebbe da considerarsi come "una procurata interruzione di pubblico servizio che equivarrebbe a un inadempimento" grave da parte della società, concessionaria delle autostrada A24 e A25
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Sta diventando sempre di più un caso nazionale l’annunciata chiusura del Traforo del Gran Sasso “a tempo indeterminato” dalla mezzanotte di domenica 19 maggio. Il blocco rischia di spezzare in due il Centro Italia con gravi ripercussioni anche per i pendolari ascolani e piceni diretti nella Capitale per motivi di studio o di lavoro. Anche perchè la Salaria, dopo il sisma, è a da considerarsi a mezzo servizio tra cantieri, semafori e inevitabili rallentamenti. Contro la chiusura si fa sentire il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) che per martedì ha convocato una riunione urgente a Roma. Secondo fonti ministeriali, riportare dall’Ansa, il blocco della circolazione sarebbe da considerarsi come “una procurata interruzione di pubblico servizio che equivarrebbe a un inadempimento«grave da parte della società, concessionaria delle autostrada A24 e A25». Si ipotizza anche anche la «revoca immediata della concessione», come evocato nei giorni scorsi dal sottosegretario M5S Gianluca Vacca. Sempre dal Ministero fanno sapere che «presto sarà nominato un commissario per il rischio idrogeologico del Gran Sasso e sarà presentato un emendamento al decreto Sblocca cantieri. Il commissario si occuperà proprio della “progettazione e realizzazione degli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico».

Chiude il traforo del Gran Sasso, la Salaria torna al centro del “mondo”


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