Doriana Marini e Arianna Trillini
Non si può parlare di Recovery Plan senza che la manifattura e la filiera della moda siano messe del piano Nazionale di Ripresa.
Per questo, e nella convinzione che sia «necessaria una forte revisione dell’organizzazione e delle strutture degli istituti tecnici professionali» (lo afferma Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli) Cna Federmoda si è intanto fatta promotrice di un corso che inizierà il 17 febbraio.
Il corso, che vedrà protagoniste attive la portavoce Federmoda Arianna Trillini (che è anche vice presidente vicario della Cna di Ascoli) e Doriana Marini, vice presidente nazionale e presidente regionale di Cna Federmoda Marche, è un corso di autoimprenditorialità e green jobs.
E’ organizzato insieme a Legambiente nell’ambito del progetto Ecco (economie circolari di comunità) con lo scopo di promuovere l’economia circolare nei territori per un lavoro sostenibile ed inclusivo la modalità di partecipazione è on line, è gratuito e alla fine ai partecipanti verrà rilasciato un attestato.
«Non esiste garanzia di un solido sviluppo economico e produttivo – è il parere di Arianna Trillini – senza un rapporto di mutuo sostegno tra politiche economiche, sociali ed ambientali, piena occupazione e lavoro dignitoso.
La crescita economica inclusiva e sostenibile, la tecnologia e la trasformazione strutturale sono fondamentali per la competitività delle filiere produttive, in particolare per la manifattura nel complesso comparto del tessile e della moda, ed esse devono essere guidate da una specifica direzione strategica.
Sono necessarie in tal senso misure politiche più rigorose ed inclusive tese ad affrontare le asimmetrie nazionali nella mobilitazione delle risorse, nel know-how tecnologico, nel potere di mercato e nelle asimmetrie causate dall’iper-globalizzazione che hanno generato risultati di esclusione che perdureranno nel tempo se non verrà intrapresa alcuna mirata azione».
Cna Federmoda di Ascoli Piceno ritiene che debba essere posto al centro il tema della manifattura, e la filiera moda deve essere esplicitamente dichiarata strategica, questo per tutto quello che implica e che genera attraverso un indotto che va oltre il settore, diffondendo ricchezza. La moda gioca un ruolo di marketing diffuso trasmettendo nel mondo un sentiment portatore di attenzione verso l’Italia e i suoi territori.
«Un imponente lavoro deve essere poi dedicato al tema giovani – aggiunge Francesco Balloni – nel senso di costruire un percorso che porti al mondo del lavoro sia come dipendenti che come imprenditori. Necessaria una revisione forte degli Istituti Tecnici e Professionali. Dobbiamo rivedere la formazione dedicata al mondo della produzione riportando al centro la manifattura. Dobbiamo preparare nuovi tecnici, ma anche pensare alla nostra tradizione artigianale riportando attenzione alla manualità abbinata all’innovazione tecnologica. Riportare corsi adeguati anche nell’Ipsia della nostra provincia affinchè vi siano formate figure che possono apportare valore aggiunto ad aziende che potranno tornare a competere con mercati nazionali ed internazionali, sia per stimolare l’autoimprenditorialità. Per far fronte a quest’ultimo aspetto dell’autoimprenditoriale necessario adeguamento delle infrastrutture, rendere fruibili e pratici i collegamenti e ridurre costi superflui per le code ed il tempo lavoro trascorso a volte con code interminabili su tratti della nostra A 14, fornendo anche strade alternative».
«Il rilancio di una politica distrettuale potrebbe preludere ad una politica di collaborazioni, aggregazioni, messa in rete di imprese – sono le parole di Doriana Marini – modalità indispensabili per la miglior partecipazione alle dinamiche mondiali ed alla possibilità di intercettare le catene globali del valore. Un investimento nella direzione qui accennata porterebbe ad avviso di Cna Federmoda un arricchimento generale delle aree interessate e più in generale al Paese portando di rimbalzo risorse sui territori poi investibili in cultura e turismo».
«Come Cna Picena – conclude Irene Cicchiello, responsabile territoriale del settore Federmoda – abbiamo da anni posto la questione ambientale e della sostenibilità come linea guida principale della nostra azione. Fra le testimonianze più significative in tal senso, la collaborazione stretta con Legambiente, con un programma di corsi specifici rivolti ai nostri imprenditori, sia a livello nazionale che territoriale, proprio per porre sempre più attenzione su questi temi a cui la filiera della moda e della qualità deve sempre più fare riferimento per rimarcare la sua eccellenza mondiale a tutto campo».
Per sintetizzare, per la Cna Picena, è necessario matematizzare il programma definendo un calendario, indicatori di risultato, previsioni d’impatto, possibili ricadute. Interessante sarebbe pensare una progettualità che prendesse in considerazione il tema della ricollocazione territoriale dell’industria o di una nuova attenzione ai distretti. Questo porterebbe ad innescare diverse combinazioni positive.
Alleggerire il peso sui centri urbani del traffico e dell’inquinamento, valorizzazione del patrimonio immobiliare presente in maniera diffusa sul territorio nazionale, attenzione all’ambiente e conseguente prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Gli interventi dovrebbero prevedere investimenti infrastrutturali per facilitare mobilità e connessione. Investimenti nella conoscenza rilanciando una stagione dedicati ai Centri di Ricerca e alla formazione professionale aumentando in questo caso le risorse dedicate all’apprendistato duale.
La sfilata annuale di Cna Picena
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